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Sant’Anna di Stazzema, dopo il vento la solidarietà

E’ una gara di solidarietà quella che si è aperta dopo la bufera di pioggia e vento che a inizio mese ha pesantemente danneggiato il complesso museale e storico di Sant’Anna di Stazzema, paese toscano in provincia di Lucca coinvolto in uno dei peggiori massacri di civili durante la ritirata nazifascista nella seconda guerra mondiale.

Il Parco della Pace è chiuso, così come il museo della Resistenza; impraticabile la via crucis, il sentiero che conduce al monumento Ossario, a causa delle centinaia di piante abbattute; divelto il tetto della chiesa. La cappella restaurata con il contributo del Fondo per il Futuro istituito da Italia e Germania è devastata, così come la “Fabbrica dei diritti”. Soprattutto è andata in briciole la grande lapide posta al centro del sacrario che riporta i nomi delle 560 vittime della strage, soprattutto bambini, donne e anziani (la più giovane, Anna Pardini, aveva venti giorni di vita appena).

In questi giorni sono giunte, oltre alle numerosissime manifestazioni di solidarietà dall’Italia e dall’estero, anche elargizioni economiche che serviranno per ripristinare il complesso (circa 500 mila euro la stima dei danni). Oltre a enti pubblici, regione Toscana in primis, si segnalano le numerose telefonate di privati cittadini tedeschi, berlinesi soprattutto, che chiedono come poter contribuire alla ricostruzione. Stesso discorso per un gruppo di Stoccarda, nato per ribellarsi all’archiviazione delle indagini sui responsabili della strage da parte della giustizia tedesca e impegnato ora in una sottoscrizione da inviare poi al sindaco di Sant’Anna.

Foto: Sant’ Anna di Stazzema, di HpSchaefer Hans Peter Schaefer , licenza CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons