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Sfogliando i giornali del 13 marzo

01 – Diritti civili, il Parlamento europeo definisce il matrimonio e le unioni civili «diritto umano e civile»

Il Parlamento europeo ha votato ieri a favore di una relazione che, tra le altre cose, afferma che le unioni civili e i matrimoni tra persone dello stesso sesso «sono un diritto umano e civile» e che «ogni governo nazionale dovrebbe incoraggiarne il riconoscimento». Si tratta di una relazione non vincolante ma con un importante valore simbolico, e sul voto – proprio come avvenuto mercoledì con la risoluzione Tarabella, volta a tutelare i diritti sessuali e riproduttivi della donna – il Partito Democratico italiano si è diviso: 31 eurodeputati hanno votato a favore, due contro, mentre tre si sono astenuti o non hanno partecipato al voto. Il Nuovo Centro Destra, che a livello nazionale fa parte della maggioranza di governo, ha votato no con una sola eccezione. Tra i 28 paesi dell’Unione Europea, l’Italia è uno dei 9 che non prevede alcuna tutela per le coppie formate da persone dello stesso sesso.

02 – L’Islanda ritira la propria candidatura all’Unione europea

L’Islanda ha annunciato il ritiro della propria candidatura per l’adesione all’Unione europea. La decisione è stata comunicata dal governo islandese, di centro-destra ed euroscettico, con una lettera indirizzata alla Commissione europea e alla Lettonia, che detiene la presidenza di turno dell’Unione. Decine di persone si sono radunate davanti al Parlamento di Reykjavík per protestare contro una scelta compiuta dal governo senza interpellare i cittadini attraverso un referendum. La domanda di adesione all’Unione europea era stata depositata nel luglio 2009, dopo che il Paese era stato scosso da una pesantissima crisi finanziaria che aveva portato al crollo delle tre banche principali e al dimezzamento del valore della moneta locale, la Corona, ma sin dalla sua elezione, nel 2013, il governo conservatore aveva annunciato la volontà di ritirarla.

03 – Pakistan, firmato l’accordo per il ritorno a casa dei rifugiati afghani

I rappresentanti dei governi di Afghanistan e Pakistan, insieme all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Unhcr, hanno affermato il loro impegno a rispettare il principio di rimpatrio volontario, in condizioni di sicurezza e dignità, per porre fine alla situazione dei circa 3 milioni di rifugiati afghani presenti da circa trent’anni in Pakistan. I rappresentanti Unhcr in Pakistan e in Afghanistan hanno sottolineato che il 2015 potrebbe essere l’anno decisivo per la ricerca di soluzioni per i rifugiati afghani. Il successo del programma di rimpatrio resta comunque legato al miglioramento della situazione socioeconomica in Afghanistan e alla capacità del paese di creare un ambiente sostenibile, un obiettivo ancora lontano dal compiersi.

04 – Ebola, oltre diecimila le vittime, mentre in Sierra Leone aumentano i contagi

Nell’ultimo bilancio sull’epidemia di ebola, l’Organizzazione mondiale della sanità annuncia che sono ormai più di diecimila le vittime, concentrate soprattutto in Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone. Il paese più colpito resta la Liberia, dove oltre quattromila persone hanno perso la vita e circa diecimila hanno contratto la febbre emorragica, anche se recentemente si è verificato un netto rallentamento dei contagi, che invece non accennano a diminuire in Sierra Leone. Proprio per quanto riguarda la Sierra Leone è arrivata l’allerta di Alfred Palo Conteh, che guida il centro nazionale per la risposta al virus ebola. «A causa di una mancanza di cautela in aree densamente popolate – ha spiegato – sono nati nuovi focolai del virus in quattro distretti di Freetown, con un aumento dei nuovi casi di contagio».

05 – Wikileaks, il pubblico ministero svedese interrogherà Julian Assange a Londra

Il pubblico ministero svedese che segue le indagini nel caso di Julian Assange interrogherà a Londra il fondatore di Wikileaks per le accuse di stupro di due cittadine svedesi. Gli avvocati difensori hanno accettato la richiesta, inviata questa mattina, affermando di considerarla «un passo avanti per dimostrare l’innocenza» di Assange. Tuttavia, l’interrogatorio a Londra non sarà immediato, perché sia il Regno Unito che l’Ecuador dovranno dare il loro permesso, ma i tempi dovranno essere rapidi, perché i reati di cui è accusato il cittadino australiano cadranno in prescrizione nell’agosto del 2015. Assange è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador dal 2012 dopo la richiesta di estradizione da parte della Svezia per le accuse di stupro. L’attivista teme che l’estradizione in Svezia possa metterlo in condizioni di essere processato negli Stati Uniti per spionaggio, dove nel caso fosse condannato rischierebbe l’ergastolo.

Foto “Flag of Iceland” di Karyn SigFlickr. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.