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Buon appetito solidale

«Cuciniamo quotidianamente per i nostri studenti. Ci siamo interrogati: perché limitarci a loro? Perché non trasformare una piccola cucina comunitaria in una grande cucina di tutti?». Così rav Igal Hazan ha spiegato recentemente come è nata l’idea di Beteavòn, che in ebraico vuol dire “Buon appetito”. Si tratta della prima cucina sociale casher italiana, che da gennaio 2014, su iniziativa di Merkos l’Inyonei Chinuch, il ramo educativo del movimento Chabad-Lubavitch, distribuisce pasti gratuiti a chiunque ne abbia bisogno. A poco più di un anno dalla sua nascita, Beteavòn distribuisce ogni mese circa novecento pasti gratuiti, che presto diventeranno mille, per raggiungere i mille e cinquecento entro la fine del 2015. In un momento particolarmente difficile a causa della pesante crisi economica, la cucina si rivolge a chiunque si trovi in una situazione di fragilità, che sia essa momentanea o continuativa, economica o sociale.

In accordo con il Comune e in sinergia con i servizi sociali della Comunità Ebraica di Milano, registra anche il supporto della onlus Enel Cuore, attiva nell’ambito dell’assistenza sociale e socio-sanitaria, della Regione Lombardia e di donatori privati. Perfettamente in linea con l’idea portante dell’Expo, che aprirà a Milano fra poche settimane, la casherut – i cui principi sono rigorosamente seguiti dal progetto Beteavòn – non è semplicemente un insieme di regole, ma un modus vivendi con oltre tremila anni di storia, per un approccio culturale e spirituale all’alimentazione che può essere considerato come la prima e più antica forma di certificazione e controllo alimentare. Così, in una sorta di laboratorio culturale, gli spazi di Betevòn verranno impiegati per la realizzazione di attività legate al tema della cultura e cucina ebraica e della casherut, e sono previsti corsi di formazione e aggiornamento per cuochi, gastronomi e produttori artigianali.

L’obiettivo è di fornire competenze specialistiche, metodologie di selezione, preparazione e presentazione dei cibi, nonché indicazioni sui periodi di raccolta e modalità di trattamento delle materie prime, per operare nel mercato alimentare casher. A questo programma si aggiungeranno eventi culturali e seminari sulla cultura ebraica e sulle tradizioni culinarie casher, ovviamente aperti al pubblico, che mostreranno a tutti i partecipanti come il rispetto delle tradizioni e l’apertura agli altri si possano perfettamente coniugare in un’esperienza che ha, però, un gran bisogno della collaborazione di tutti. Volontari all’opera nelle cucine, disponibili per distribuire i pasti a chi ne ha bisogno, e donatori, che rendano possibile un progetto che a poco più di un anno di vita si dimostra già consolidato e apprezzato. Un progetto ideale per l’otto per mille valdese…

Foto “Milano 2002” by Daniel VenturaOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.