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Accadde oggi, 4 marzo

4 marzo 2008, muore Tina Lagostena Bassi, una vita dalla parte delle donne

 

Muore il 4 marzo del 2008 Tina Lagostena Bassi. L’avvocato delle donne. Anzi l’avvocata delle donne, ci mancherebbe.

Sicuramente segnerebbe con matita rossa questa imprecisione, in cui ancora cadono spesso gli uomini per poca sensibilità e diffidenza verso il linguaggio inclusivo; ma quante battaglie sono state spese anche per cambiare la mentalità di una società così immutabilmente maschilista, e quanto può significare la variazione di una vocale nello scalfire la subalternità costruita a partire proprio da lessico.

 

Per i più giovani rischia di essere ricordata come la giudice che ha preso il posto di Sante Licheri nella ventennale trasmissione televisiva Forum. Ma questo è stato solo un divertissement della sua ultima stagione terrena.

E’ stata in realtà una donna di trincea. Difende Donatella Colasanti, la superstite del tremendo massacro del Circeo, e in quell’occasione per la prima volta porta la parola stupro nella aule di un tribunale italiano.

 

Siamo negli anni settanta, in strada si scende per difendere il divorzio, l’aborto, e la pace. Tina diventa un punto di riferimento. Durante le sue arringhe è precisa, dettagliata nel raccontare le violenze praticate dagli uomini sulle sue assistite. Scardina a poco a poco l’impianto maschilista che domina i reati di tipo sessuale, in cui è ancora colpa dell’arrendevolezza o della lascivia della donna se il violentatore prova impulsi primordiali incontrollabili. La vittima che diventa imputata, indagata nella sua vita privata, nei costumi per screditarne la credibilità e alleggerire le colpe maschili.

 

Quando viene trasmessa dalla Rai la trasmissione “Processo per stupro” tutto ciò entra nelle case degli italiani. Che rimangono scioccati dalla violenza verbale dei difensori degli inquisiti. La Lagostena Bassi in questo caso è il difensore di parte civile, e andrà a definire la vittima della violenza, che di nome fa Fiorella, «di cognome fa Tutte le Donne, perché è simbolo della prevaricazione maschile di questa società».

Nel 1988 è fra le fondatrici del Telefono Rosa, e una volta in Parlamento, nel 1996, si batte come una leonessa per l’approvazione dell’importantissima legge contro la violenza sessuale, che diventa finalmente reato contro la persona e non contro la morale. Una svolta culturale epocale. A guidarla lei, all’epoca già più che settantenne eppure sempre in prima linea nella missione di una vita.

 

In una intervista rilasciata anni fa a Monica Lanfranco aveva dichiarato: «Le donne mi hanno anche aiutato a capire una cosa molto importante per un avvocato: che la legge non è sufficiente. Può contribuire a modificare un atteggiamento culturale, ma è necessario che fuori dalle aule dei tribunali, nella società, nella mentalità di uomini e donne si modifichino comportamenti e pensiero».

Foto via Pixabay | Licenza CC0 Public Domain