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Tensioni in salsa orientale

Come è oramai consuetudine il mese di marzo vede l’avvio delle esercitazioni militari congiunte fra Stati Uniti e Corea del Sud, nell’ambito degli accordi per il mantenimento della sicurezza nell’area fra estremo oriente e oceano Pacifico. Iniziate nel 2009 le manovre vedono all’opera decine di migliaia di soldati, oltre duecentomila per l’esattezza, divisi fra esercito sud coreano e militari Usa presenti sia nelle basi e sulle navi che stanziali sul territorio sud coreano (sono oltre trentamila i militari americani stabilmente sul suolo coreano). Numeri ingenti, che testimoniano quanto Washington consideri strategica la sicurezza di quell’area. E come ogni anno si registrano le reazioni stizzite del regime della Corea del Nord, che condanna le esercitazioni come anteprima di un’aggressione nei confronti del proprio paese. Due missili sono stati sparati per oltre 490 km dal Nord verso il mare aperto, superando l’intera penisola, quale atto di forza e di provocazione. Intanto le esercitazioni congiunte proseguono, divise in due distinte fasi: una prima di simulazione computerizzata, ed una seconda incentrata sulle esercitazioni all’aperto.

Intanto anche il Canada sta pressando il governo di Pyongyang perché dia notizia delle condizioni di Lim Hyeon-soo, pastore della Light Korean Presbyterian Church di Toronto, e pertanto cittadino dello stato nord-americano. Da più di un mese risulta scomparso, dopo esser entrato in Nord Corea a fine gennaio per una visita di carattere umanitario fra anziani e orfani.

Foto “Pyongyang view-4” di Kok Leng Yeo from Singapore, Singapore – Pyongyang, North Korea Uploaded by petronas. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.