1200px-rebel_in_northern_car_02

Sfogliando i giornali del 27 febbraio

01 – Ucraina, l’esercito comincia il ritiro delle armi pesanti

L’esercito dell’Ucraina ha annunciato l’inizio del ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nell’est separatista, secondo quanto stabilito dall’ultimo accordo di pace sottoscritto insieme ai ribelli filorussi a Minsk il 12 febbraio. La prima fase del ritiro delle armi pesanti riguarda i cannoni, e ogni passaggio verrà effettuato, secondo un comunicato dello stato maggiore, «sotto la sorveglianza dell’Osce», l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa.
Tuttavia, secondo l’esercito ucraino il calendario del ritiro potrebbe essere rivisto se si dovessero verificare nuovi attacchi da parte dei ribelli filorussi.
Negli ultimi giorni gli scontri sono diminuiti, ma non si può ancora parlare di una piena attuazione del piano di pace.

 

02 – Washington, nuovi negoziati tra Cuba e Stati Uniti

funzionari di Stati Uniti e Cuba riprendono oggi gli incontri per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. La normalizzazione dei rapporti è cominciata lo scorso 17 dicembre e i primi colloqui si sono tenuti a Cuba tra il 21 e il 22 di gennaio. Tra i punti chiave della discussione che riprende oggi va inserita la richiesta di Cuba di essere cancellata dalla lista degli stati che sostengono il terrorismo. Secondo il governo guidato da Raul Castro si tratta di «una sanzione che penalizza gli affari delle banche e impedisce di condurre “pieni negoziati». Una parziale apertura sul piano economico si era già vista due settimane fa, quando gli Stati Uniti avevano allentato le restrizioni sull’importazione di beni e servizi dagli imprenditori privati di Cuba, escludendo tuttavia alcune categorie di prodotti ritenute “sensibili”, come armi, animali, tabacco, veicoli, prodotti minerali, macchinari e alcuni tessuti e metalli.

 

03 – Argentina, respinta la denuncia contro la presidente Cristina Fernández Kirchner

Il giudice federale Daniel Rafecas ha respinto la denuncia contro la presidente argentina Cristina Fernández Kirchner presentata dal magistrato Alberto Nisman il 14 gennaio, quattro giorni prima della sua morte, ancora oggi misteriosa.
La presidente era stata accusata di aver coperto il coinvolgimento dell’Iran nell’attentato contro il centro ebraico di Buenos Aires del 1994 e in cui morirono 85 persone, ma secondo il giudice non ci sono elementi per procedere.
Il procuratore Gerardo Pollicita aveva deciso di portare avanti l’indagine avviata da Nisman, e ha annunciato che farà appello contro la decisione di Rafecas.

 

04 – Grecia, scontri tra polizia e manifestanti ad Atene

La polizia e i manifestanti si sono scontrati la notte scorsa ad Atene al termine del primo corteo contro il governo di Alexis Tsipras, entrato in carica il mese scorso.
La manifestazione, alla quale hanno partecipato circa 450 attivisti di estrema sinistra, si è svolta nel centro della città. Alla fine del corteo, una cinquantina di persone si è scontrata con la polizia. I manifestanti hanno lanciato bombe molotov e pietre contro gli agenti e incendiato alcune auto.
Gli scontri sono avvenuti alla vigilia del voto del parlamento tedesco sulla proroga degli aiuti finanziari alla Grecia, che segue l’accordo tra il governo greco e l’Eurogruppo sul pacchetto di riforme per ridurre il debito di Atene e che ha registrato questa mattina la proroga di quattro mesi al piano di salvataggio della Grecia. L’intesa tra Grecia e paesi dell’Ue ha creato divisioni all’interno dello stesso Syriza, il partito del premier Tsipras.

05 – Centrafrica, sospetti di crimini di guerra

Secondo la procuratrice della Corte penale internazionale dell’Aja, Fatou Bensouda, che ieri ha visitato la capitale centrafricana Bangui, «Ci sono motivi ragionevoli per pensare che Seleka e anti–balaka abbiano commesso crimini di guerra e contro l’umanità». Si tratta della prima volta dall’inizio della crisi centrafricana che un alto esponente della corte internazionale visita il paese, dove si sta indagando su possibili abusi dei diritti umani. Prendere atto dell’andamento delle indagini era uno degli scopi della visita di Bensouda, che ha discusso con le autorità di transizione anche del tema della Corte penale speciale che il Centrafrica vuole far entrare in funzione in un prossimo futuro. Il nodo problematico è quello del rapporto tra le giurisdizioni di questo tribunale e di quello dell’Aja, e l’accordo trovato è quello per cui la Cpi perseguirà i sospettati di più alto livello, mentre la corte locale si occuperà dei subordinati.

Foto: “Rebellen im Norden der Zentralafrikanischen Republik“, CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons