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Pace a Niscemi

Questa sera a Niscemi con inizio alle ore 17,30 presso la sala conferenze dell’Istituto Superiore Leonardo da Vinci si terrà un dibattito pubblico sul tema della pace fra esponenti religiosi, laici, della società civile, associazioni pacifiste, nonviolenti e comitati No Muos. Tema dell’incontro sarà «Non in mio nome: dibattito su pace e religioni».

Alla tavola rotonda, che sarà moderata dal sociologo delle religioni Salvatore Giordano, prenderanno parte il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, l’Imam della moschea di Catania, Mufid Abu Touq, il pastore Enzo Caputo della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, Gianluca Fiusco, direttore del Servizio Cristiano Istituto Valdese di Riesi, Paolo Patricolo, archimandrita del Patriarcato Ecumenico Ortodosso di Costantinopoli, Salvatore Rapisarda, Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.

Modera il dibattito Salvatore Giordano, sociologo delle religioni. Sono previsti gli interventi del pubblico e dei rappresentanti di Pax Christi, comitati No Muos, ApArte, Legambiente, Movimento internazionale di Riconciliazione.

Per l´occasione, sarà allestita la mostra di pittura dell´artista niscemese Eleonora Pedilarco dal titolo “Muos: l´altra faccia della guerra”. 

Niscemi è il comune sul cui territorio è installato il celebre Muos, il sistema satellitare militare statunitense, contro il quale si battono da anni comitati di cittadini, rinfrancati proprio nei giorni scorsi dalla sentenza del tribunale amministrativo regionale siciliano che ha sottolineato la poca chiarezza sui possibili danni  e inquinamenti ambientali causati dall’immensa struttura alta 150 metri e con parabole del diametro di 20 metri, tutte già installate e pronte all’uso.

A quanto è dato sapere, il costo degli impianti  Muos si aggirerebbe sui sei miliardi di dollari: un programma che viene portato avanti da una decina di anni e che costituirà l’elemento chiave delle future strategie di guerra nello spazio e in ogni angolo del pianeta. Il Muos assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente la propria superiorità militare. Il Muos viene considerato uno dei più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare: la Lockheed Martin e la Boeing, che si sono occupati della costruzione e messa in orbita dei satelliti; la General Dynamics, che ha realizzato i quattro terminal terrestri; la Harris Corporation, che ha fornito le potentissime antenne ad altissima frequenza (Uhf), la cui incompatibilità con l’uomo e l’ambiente è cosa ormai accertata. Ora la sentenza del Tar ha bloccato il tutto, ma è difficile pensare che gli enormi interessi in gioco possano sfumare per una sentenza di matrice regionale. Non è un caso che i maggiori organi di informazione nazionale abbiano quasi in toto taciuto la notizia dello stop imposto dal Tar.