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In Nicaragua esiste un “duopolio” che uccide il dibattito

La celebre poetessa e scrittrice nicaraguense Gioconda Belli, durante il suo intervento al XI Festival internazionale di poesia che si è concluso il 22 febbraio scorso nella città di Granada (Nicaragua), ha rivolto un appello agli intellettuali dell’America Centrale ad unirsi e a lavorare insieme «per combattere i reati che incombono su di noi, l’impunità che minaccia la vita dei giornalisti di Honduras e Guatemala e che crea restrizioni alla libertà di parola di molti dei nostri popoli».

La Belli, autrice di “Il paese sotto la pelle”, ha ribadito quello che aveva già espresso nel corso di una conferenza stampa in cui ha presentato una relazione dell’Associazione internazionale dei giornalisti, saggisti e romanzieri (Pen), di cui è presidente. Lo studio mette in evidenza la mancanza di rispetto del diritto di esercitare la critica e la libertà di espressione e di comunicazione nel paese. Che non ci siano giornalisti detenuti in Nicaragua non significa che non ci siano limitazioni all’informazione, ha sottolineato la scrittrice. «In Nicaragua non abbiamo libertà di espressione. Se è vero che qui non accade quello che sta succedendo in Honduras, dove molti giornalisti sono stati uccisi, qui assistiamo alla morte del dibattito e della critica. Nel nostro paese esiste un “duopolio” fatto dall’uomo d’affari messicano, Ángel González, e il governo di Daniel Ortega» ha detto Gioconda Belli. Il presidente Ortega, da quando ha assunto di nuovo il potere, si è distinto per non concedere interviste o conferenze stampa. Nelle sue apparizioni pubbliche, in cui affronta i problemi sociali in agenda, non invita i giornalisti nazionali e stranieri, tranne coloro che lavorano nei media filogovernativi.

Fonte: Alc-Noticias