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Crescere, sfogliando pagine

Da una parte ci sono Tam Tam, i giochi biblici, il personaggio di Dando Madléno, dall’altra la morà Dafdafà, le feste, la scheda Io sono: L’Amico di fanciulli e DafDaf, il giornale ebraico dei bambini, sono prodotti editoriali molto diversi, che mostrano però come i valori fondanti della minoranze abbiano molto in comune. Credere nel futuro, investire su educazione, cultura e sulla crescita dei più piccoli portando nelle loro case pagine colorate, allegre, ma mai scritte con leggerezza o prive di significato. Esce ogni tre mesi l’Amico dei fanciulli, il giornale che i protestanti dedicano ai piccoli lettori, mentre arriva dodici volte l’anno DafDaf, che è inserto di Pagine Ebraiche, il giornale dell’ebraismo italiano. Il primo viene stampato su una carta bella, pesante, che sicuramente aggiunge valore e bellezza a un prodotto dal contenuto importante, mentre DafDaf, più agile e snello, viene stampato in rotativa sulla stessa carta dei quotidiani.

E ancora: L’Amico dei fanciulli è nato nel 1870, mentre DafDaf ha raccolto solo molto recentemente l’eredità del mitico Giornale Per Noi, il periodico di cultura ebraica per bambini e ragazzi realizzato dalla Associazione Donne Ebree d’Italia (Adei), tra il 1975 e il 1989. Ha da poco compiuto quattro anni il giornale ebraico dei bambini, che di mese in mese, di pagina in pagina, racconta i valori dell’ebraismo e i sogni della minoranza ebraica italiana a grandi e piccoli lettori, ed è appena stato chiuso il numero 54, che potete scaricare qui. E DafDaf proprio questo significa, perché “daf” in ebraico vuol dire pagina, e dafdaf allora diventa “di pagina in pagina” o anche “sfogliar pagine”.

Progettato pensando sia ai bambini che frequentano le pochissime scuole ebraiche italiane, ma soprattutto con la volontà di raggiungere tutti coloro che vivono in comunità piccole o piccolissime dove l’educazione ebraica passa quasi esclusivamente per la famiglia, ogni mese DafDaf racconta di musica, di libri, propone giochi, ricette e approfondimenti cercando anche di non perdere d’occhio l’attualità. Prima ancora di iniziare a costruire il progetto del numero zero c’era stato un incontro fra le due redazioni, quella di Riforma e quella di Pagine Ebraiche, in cui si era ipotizzata anche una qualche forma di collaborazione fra le due testate dedicate ai giovani lettori. Non è mai successo, ma il rapporto fra i due giornali, che pur avendo identità molto diverse si appoggiano sulla comune volontà di investire nel futuro è sicuramente possibile, ed è bello pensare che i bambini di entrambe le minoranze possano conoscere i loro coetanei anche attraverso “lo sguardo dell’altro”, sfogliando pagine.