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In ascolto del progetto di Dio per la chiesa

Che cosa ti ha spinta a decidere di impegnarti nella chiesa come anziana?

«Nella mia chiesa di provenienza, in Ohio, ho ricevuto in modo inatteso una chiamata per servire la mia chiesa come anziana. Era una chiesa piccola e con molte persone avanti con gli anni e mi ci è voluto parecchio tempo per capire che era proprio quello il ministero cui ero chiamata. Appena trasferitami a Libertyville non volevo essere io a presentarmi per le elezioni nella nuova chiesa, così ho passato parecchio tempo in riflessione e preghiera per comprendere qual era la cosa giusta da fare. Quando alla fine mi sono decisa a candidarmi, ho scoperto che altre persone avevano già proposto il mio nome e questo mi ha rincuorata».

Nella tua esperienza personale, qual è il compito di un anziano?

«Si cerca di capire, assieme agli altri anziani e con la preghiera e la riflessione biblica, come Dio sta guidando la chiesa, qual è la Sua visione qui ed ora. In pratica si tratta essenzialmente di prendersi cura delle persone: gli anziani e le anziane sono anche chiamati a essere una presenza visibile che si manifesta nel servizio e nella leadership della chiesa, sempre avendo in mente che sono uno strumento di Gesù».

Quali sono le sfide che questa chiesa è oggi chiamata ad affrontare?

«In questa chiesa è in corso un processo di revisione, per cercare di comprendere come Dio stia cambiando la visione della chiesa. Sono curiosa ed emozionata nel constatare come Dio ci stia offrendo qualcosa di nuovo. Abbiamo modelli di chiesa che vengono dal passato, che vanno bene oggi, ma forse avremo bisogno di qualcosa di nuovo per domani. Non siamo più la First Presbyterian Church che eravamo nel 2000 o nel 2005; dobbiamo osare un po’ di più e chiederci seriamente che cosa Dio ci chiede di essere oggi».