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Il Circolo Zuckerberg

Che cosa fa Mark Zuckerberg con il potere immenso datogli dalla sua invenzione Facebook, visto che, quando crei una cosa come Facebook, anche un’eventuale presidenza degli Stati Uniti potrebbe apparirti un ripiego! I complottisti che sanno tutto ovviamente hanno diverse risposte a questa domanda. Chi complottista non è, comincia a farsi un’idea.

Zuckerberg ha creato poco meno di un mese fa un book club, il circolo dei lettori di Facebook.

Ben 31 milioni di utenti del Social Network si sono iscritti al circolo. Non pochi, se consideriamo che si tratta di utenti che possono leggere e discutere testi in inglese. A differenza dei classici circoli di lettori, il libro da leggere ogni settimana lo sceglie sempre lui e non si tratta, finora, di romanzi, ma di saggi di diverso tipo.

I primi quattro libri sono: La fine del potere del giornalista politico-economico venezuelano Moisés Naím, Il declino della violenza: Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l’epoca più pacifica della storia dello psicologo canadese Stephen Pinker, Gang Leader for a Day: A Rogue Sociologist Takes to the Streets («Capo-gang per un giorno: un sociologo canaglia scende in piazza», non pubblicato in italiano) del sociologo indiano Sudhir Venkatesh, e On Immunity: An Inoculation («Dell’immunità: una vaccinazione», non pubblicato in italiano), della saggista americana Eula Biss.

Qual è il senso di questa operazione? Credo che Zuckerberg si sia reso conto che la sua grande invenzione sia diventata il più efficace veicolo di disinformazione. Senza Facebook non saprei, ad esempio, che c’è gente che crede che si possa curare il cancro — cioè tutti i cancri — con bicarbonato e limone, disinformazione che appare sulla mia bacheca almeno una volta a settimana. Se la libertà di espressione è praticamente totale su Facebook, il suo padrone e fondatore vuole dire che lui si schiera: dalla parte della cultura, della scienza, della ricerca.

È importante che Zuckerberg abbia proposto un book club nel contesto del suo social network e che suggerisca questo tipo di testi: uno sul potere politico-economico, uno sulla violenza a livello mondiale, uno sulla violenza urbana e uno sull’efficacia dei vaccini. Leggere, informarsi veramente, rivolgersi a degli specialisti, come faremmo per aggiustare il lavandino, il televisore o la macchina: questo è il messaggio che Zuckerberg ha voluto dare agli utenti di Facebook.

Però il pensiero va ai complottisti, senza i quali Zuckerberg sarebbe molto, ma molto più povero.

Foto via Pixabay | Licenza: CC0 Public Domain