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L’Italia sul tetto del mondo dello scialpinismo

Da giovedì 5 febbraio a mercoledì 11 si è svolto a Verbier (dopo il Gran Sanbernardo prima di arrivare a Martigny), in Svizzera, il mondiale di scialpinismo. L’Italia è andata molto bene, anzi ha battuto tutti. Sia nei senior che nelle categorie giovanili e grazie all’oro della staffetta maschile, ha scalzato la Francia dalla vetta del medagliere e ha primeggiato con 9 medaglie d’oro, 11 d’argento e 10 di bronzo. Seconda la Francia con 9 ori, 6 argenti e 6 bronzi. Terzo posto per la Svizzera, padrona di casa, con 4 ori, 9 argenti e 6 bronzi. Noi abbiamo sentito Filippo Barazzuol, nato a Torre Pellice, classe 1989, atleta della nazionale italiana di Scialpinismo, che ci ha raccontato il suo mondiale e quello dell’Italia.

«Fin da piccolo sono stato attratto alle discipline di fatica, prima il nuoto e poi lo sci alpino con i suoi spazi aperti e il freddo della montagna. Montagna che ho conosciuto e riscoperto in versione estiva in sella alla mountain bike. Stanco però di sciare in pista, dopo un periodo di riflessione ho deciso di provare lo scialpinismo che permette una cosa fantastica: sciare senza vincoli di posto ed orario. Sono sempre stato competitivo, con la voglia di sfidare i miei limiti e di confrontarmi con gli altri. Da qui la partecipazione alle prime gare, per poi arrivare a partecipare nel 2014 alla coppa del mondo. Ma per me lo scialpinismo non è solo gare ma anche avventura e ho la fortuna di abitare in Val Pellice, un territorio che ha molto da offrire allo sci alpinistico».

Barazzuol però non vive della sua passione e disciplina sportiva, che lo ha portato in nazionale italiana e a competere con i migliori al mondo: «per vivere devo fare un lavoro “normale” – diciamo – sono impiegato alla Ferrero di Alba come assaggiatore di Nutelle, al controllo qualità».

Il 2014 è stato un anno formidabile, pieno di successi e soddisfazioni con il titolo di Campione Italiano di Tecnica Libera, il 4° posto al Trofeo Mezzalama 2013, «che è un po’ l’Olimpiade dello scialpinismo», 5° posto al Patrouille des Glacier 2014, 11° in Coppa del Mondo Individuale a Verbier, 8° al Campionato Italiano Individuale 2014, 9° al Campionato Italiano Vertical 2014, 5° al Sellaronda 2014. «Fino a due settimane fa non sapevo né pensavo di poter essere convocato per i mondiali, certo ci speravo, poi dopo la vostra intervista mi è arrivata la chiamata: mi avete portato fortuna». Questo lo ha portato a non preparare un mondiale dall’inizio ma solo le ultime due settimane. «Ero un po’ scarico nelle prime battute, l’individuale non è andata molto bene. Ma nella prova a coppie mi sono rifatto. Insieme al mio compagno, Pietro Lanfranchi, siamo arrivati sesti nella Team Race a coppie, vinta da altri due italiani, Lenzi e Eydallin. Abbiamo anche vinto la staffetta a squadra ma io non ho partecipato, non sono ancora tra i migliori quattro italiani».

Filippo è un ragazzo umile, simpatico e allegro e parla con sincerità ma senza seriosità della sua professione e passione, uno sport poco seguito, conosciuto e praticato in Italia, nonostante l’Italia sia campione del mondo. «Non so come mai sia così poco seguito anche dai media nazionali. In Svizzera, ad esempio, ogni sera c’erano servizi e interviste sulle tv locali e nazionali a proposito dei mondiali. Da noi le poche volte che si parla o si va vedere lo sci si parla di quello alpino, raramente del fondo, mai dello scialpinismo, ma non dimentichiamocelo, siamo i campioni 2015. Il movimento giovanile sta andando benissimo e a Verbier ha ottenuto risultati eccellenti, possiamo essere fiduciosi per il futuro. Mi chiamate prima del Mezzalama di quest’anno [il 25 aprile ndr] visto che mi portate bene?». Se basta così poco…

Guarda tutti i risultati del mondiale qui e qui

Guarda il video dell’impresa di Barazzuol in tre giorni da Pian della Regina (CN) a Sestriere (TO) attraverso nove colli, 6066 mt di dislivello positivo, 5700 di dislivello negativo e 68 chilometri.

Ascolta l’intervista completa su RBE