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Una carovana in giro per l’Italia per riflettere su lavoro e ambiente

Da domani un’ideale carovana partirà dalla Sicilia e comincerà il suo viaggio attraverso l’intera penisola per riflettere sulla disoccupazione, sulla dignità e sostenibilità del lavoro, sulla crisi ambientale. L’iniziativa, che durerà nel corso dell’intero 2015, è coordinata dalla Commissione Globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Sul progetto abbiamo rivolto alcune domande ad Antonella Visentin, coordinatrice della Glam.

Come è nata l’idea?

«L’idea, partorita da Mariaelena Lacquaniti, una sorella della chiesa battista di Civitavecchia, a seguito della sua partecipazione ad un incontro sulle eco-comunità organizzato dalla Commissione globalizzazione e ambiente al centro di Casa Cares (Fi), viene accolta dal Consiglio della Fcei che ne affida il coordinamento alla Glam. Le motivazioni che animano il progetto affondano le radici nell’urgenza diffusa relativa al tema del lavoro: la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha raggiunto cifre drammatiche, e la flessibilità del lavoro spesso si è accompagnata ad una riduzione salariale e ad uno smantellamento dei diritti sociali. A livello ecologico, poi, l’impatto delle attività economiche sul pianeta è devastante: sempre più territori si vanno deindustrializzando, alcune materie prime si stanno esaurendo, il ciclo dell’acqua è stato alterato e continua ad aumentare il riscaldamento globale. In questo contesto, il conflitto tra lavoro e ambiente si acuisce anziché risolversi. È proprio su questi due temi che le chiese vogliono richiamare l’attenzione con quest’iniziativa che abbiamo chiamato “carovana” ma che si configura più come una staffetta: ad ogni tappa vi saranno due persone del comitato promotore, due rappresentanti della regione precedente e due di quella successiva».

Quale percorso farà la carovana?

«Il progetto prevede di raggiungere alcuni territori italiani simbolici della crisi del lavoro e dell’ambiente. Partiremo domani, 14 febbraio, dalla Sicilia, e precisamente dalla Casa delle culture di Scicli (Rg), la struttura che opera nel quadro del progetto Mediterranean Hope, promosso dalla Fcei. Sabato celebreremo il culto insieme alla chiesa avventista di Niscemi e poi, insieme ad alcune associazioni ed enti locali, tra i quali il comitato «No Muos», affronteremo il tema dello sfruttamento nell’agricoltura che riguarda immigrati e italiani. Dal 21 al 22 febbraio invece saremo in Puglia, a fine marzo andremo in Campania, mentre a fine aprile giungeremo in Lazio. In calendario sono ancora in via di definizione le date nelle quali la carovana toccherà la Sardegna, la Lombardia e il Piemonte».

Come si struttura ciascun incontro?

«È previsto un doppio momento di riflessione: uno riguarderà le chiese che, oltre a riflettere su queste tematiche, proveranno a condividere alcune ipotesi di soluzione; un altro invece riguarderà le istituzioni che, a livello territoriale, sono state contattate e coinvolte in diversi incontri pubblici. Vogliamo dire che gli evangelici, come tutti gli altri cittadini, sono sensibili a questi temi e hanno una riflessione maturata nel corso di diversi anni che vogliono portare come proprio contributo al dibattito».

Qual è l’impegno delle chiese oggi sui temi del lavoro e dell’ambiente?

«Vorrei innanzitutto ricordare che negli anni ‘90 la Fcei ha promosso per alcuni anni una commissione sul tema del lavoro coordinata da Doriana Giudici, dirigente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Nelle chiese italiane la sensibilità ai temi del lavoro e dell’ambiente è molto cresciuta negli anni anche grazie al lavoro di sensibilizzazione, di formazione e di approfondimento svolto dalla Glam. A livello europeo, poi, esiste la rete dell’Azione delle chiese per il lavoro e la vita (CALL), promossa dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) a partire dal 2010, che ha un gruppo di lavoro proprio sul precariato, il quale ha prodotto un documento di base adottato dalla IV Assemblea di Call svoltasi a Roma nel settembre 2014. Il precariato è dunque un tema caldo e sarà uno degli aspetti su cui l’iniziativa della carovana si pronuncerà».

Alla vigilia della partenza quali sono le aspettative del gruppo organizzatore?

Ci aspettiamo di incontrare delle persone con cui condividere anche la fatica di questa riflessione perché in Italia stiamo vivendo il processo della crescita della disoccupazione, del precariato, e le difficoltà di prospettive con una carenza di occasioni di riflessione comune. L’aspettativa, dunque, è di incontrare delle persone che siano disposte a fare questo cammino con noi che durerà tutto il 2015. Inoltre, simbolicamente vorremmo collegare la nostra carovana a due eventi internazionali: il primo è il pellegrinaggio di giustizia climatica che a livello europeo le chiese stanno organizzando in vista della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop21), che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015; il secondo, riguarda il pellegrinaggio di pace e di giustizia avviato dalla X Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) nel 2013 a Busan (Corea del Sud)».

Foto “Scicli, Ragusa, Italy” di trolvagScicli, Ragusa, Italy. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.