Volontari da tutta Italia per il mondo

Il 1 settembre 2015 otto italiani partiranno per India, Nicaragua, Argentina e Uruguay; ci saranno inoltre due indiani, un uruguayano e un argentino in Italia, un ceco in Argentina, un ungherese in Uruguay. Sono i ragazzi di Next Generation, uno dei progetti di Servizio volontario europeo (Sve) proposti dalla Diaconia valdese e dai suoi partner, finanziato dell’Eacea, agenzia della Commissione europea che si occupa di educazione e cultura.

La Diaconia valdese «muove» attualmente 80 volontari italiani e stranieri, cui si aggiungeranno gli oltre 50 del servizio civile, ed è attiva sul piano internazionale come membro di reti di organizzazioni di volontariato internazionale quali Edyn, legata alle chiese protestanti in Europa e Stati Uniti, e Phiren Amenca, contro l’intolleranza verso i rom.

I candidati per Next Generation sono 60, provenienti da diverse regioni italiane, con profili differenziati, come spiega il coordinatore, Massimo Gnone: «Ci sono studenti di 18-19 anni, trentenni che hanno un lavoro e cercano un’esperienza formativa e sociale, giovani universitari con esperienze internazionali importanti».

La selezione si è svolta il 10 e 11 gennaio; il weekend ha previsto una parte informativa sui programmi, poi il lavoro di gruppo: «Abbiamo usato il gioco di ruolo “Il forno di Sirie” (da noi ideato per i 50 anni del Servizio Cristiano di Riesi e premiato da agenzie internazionali) per capire come ciascuno sapeva interagire con gli altri, creando una situazione in cui il gruppo è chiamato a realizzare un progetto sociale in un’area caratterizzata dalla presenza di un’organizzazione criminale».

Il secondo giorno, con il supporto di ex volontari Sve, si sono svolti i colloqui individuali per valutare competenze e aspettative. I ragazzi selezionati avranno poi un colloquio via Skype con le organizzazioni partner estere per la selezione definitiva.

Otto organizzazioni sono partner nel progetto, e quattro sono già note alla Diaconia valdese,: «In India il partner è il Movimento cristiano studenti, di cui abbiamo incontrato i rappresentanti qualche anno fa ad Agape. In Nicaragua sono organizzazioni laiche con le quali i nostri partner tedeschi lavorano da tempo. In Argentina è la residencia El Sol, con cui lavoriamo da diversi anni. In Uruguay è il Barrio Borro, opera ecumenica legata anche alla Chiesa valdese del Rio de la Plata».

La cooperazione è l’aspetto centrale del progetto. Il fulcro di Next Generation, infatti, dice ancora Gnone, «è il lavoro educativo con bambini e giovani in background sociali o geografici difficili. Ci sarà la possibilità di confrontare e mettere in rete pratiche educative e metodologie utili nei diversi paesi. La mobilità internazionale dei giovani è cruciale per favorire l’apprendimento di competenze utili alla loro vita e al progresso delle comunità dove svolgeranno il servizio volontario, ma anche dalle quali provengono».