Marian Trapassi: una moderna cantastorie in salsa indie

Nasce nell’assolata Sicilia, ma ben presto Marian Trapassi diventa cittadina del mondo, esplorando musicalmente ogni continente, sperimentando, cogliendo sfumature e colori sempre diversi da utilizzare nelle sue produzioni, che iniziano a prendere forma nell’adolescenza, per poi evolvere e crescere nel corso del tempo, diventando la sua vita.

Inizialmente attratta dai suoni internazionali, Marian Trapassi assorbe più tardi dai cantautori italiani non tanto lo stile, quanto l’arte compositiva, l’accostare i versi, il distillare il significato da ogni singola parola per accompagnarle nel modo più fedele possibile alla musica, massimizzando l’espressività senza mai sacrificare la semplicità e l’immediatezza; quasi un riscoprire l’italiano canzone per canzone.

Nell’ultimo album, Bellavita, l’Arancia E Altri Viaggi, la cantautrice sicula si inoltra nel vintage, ma non quello sonoro, ma quello verbale: riscopre la rima, le parole tronche, il ritmo dell’eloquio e la bella sillabazione, realizzando brani con una testa, un corpo, e una cosa, oggetti completi, storie di senso compiuto piene di immagini e riflessi, vive e vibranti, quasi come minuscole pièce teatrali.

Bellavita, L’Arancia E Altri Viaggi è nato proprio durante un viaggio, un viaggio sua fisico che emotivo, fatto di osservazione, di bilanci, che ci concretizzano in storie alla portata di tutti, senza complicazioni od orpelli non necessari, proprio come le vicende narrate dai cantastorie. Questo aspetto compositivo si riflette nello stile dell’album, che affonda le sue radici nella canzone più tradizionale, fatta di fresca immediatezza e di suoni resi puri e levigati dal tempo. 

Marian Trapassi conferma di essere una grande artista, capace di rendere al meglio le sue ispirazioni senza doversi inventare stratagemmi o soluzioni sperticatamente complicate; la bravura sta nell’essere originali con poco, quasi nulla, che diventa tutto ciò che serve nelle mani di chi è consapevole del proprio talento.