In strada per Raif

Oggi, giovedì 5 febbraio gli attivisti di Amnesty International si presenteranno per il quarto giovedì consecutivo di fronte all’Ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma (via G. B. Pergolesi 9, dalle 16.30) per chiedere la scarcerazione di Raif Badawi, il blogger condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate per aver «offeso l’Islam» attraverso i contenuti del suo forum online, “Liberali dell’Arabia Saudita”.

All’inizio dell’anno le autorità saudite hanno stabilito che le frustate sarebbero state somministrate in pubblico a Gedda, 50 alla settimana per 20 settimane, ogni venerdì al termine della preghiera.

Il 9 gennaio, Badawi è stato sottoposto alla prima serie di 50 frustate. Sono seguiti tre rinvii consecutivi, per motivi di salute o per ragioni non specificate.

Il nuovo re saudita ha annunciato la concessione di una grazia e il ministero dell’Interno ha stabilito i criteri per poterne beneficiare. Al momento non risulta che tra i beneficiari vi sia Raif Badawi.

«Invece di lasciare Raif Badawi nell’incertezza di rientrare o meno nella grazia e di subire o meno una nuova serie di frustate, le autorità saudite dovrebbero porre fine a questo incubo e annunciare pubblicamente e ufficialmente la fine delle frustate e la sua scarcerazione immediata e senza condizioni. Fino a quando non arriverà questo annuncio, continueremo a manifestare di fronte all’ambasciata dell’Arabia Saudita e a chiedere d’incontrare i rappresentanti diplomatici» – ha dichiarato Amnesty International Italia.

All’iniziativa di Roma hanno aderito Articolo 21, la Federazione nazionale della stampa italiana, Un ponte per…, la rivista Confronti, Medici contro la tortura, Rete per la pace e Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo.

A Milano si terrà, per il secondo giovedì consecutivo, un’analoga iniziativa alle ore 18 davanti Palazzo Marino, in piazza della Scala.

Da amnesty.it

 

Foto: Una manifestazione a favore di Badawi fuori dell’Ambasciata dell’Arabia Saudita a Oslo, Norvegia, di Dan-Raoul MirandaCC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons