Una corsia di ospedale

Il garante per la privacy vieta la raccolta di dati religiosi negli ospedali

Nei giorni scorsi il garante per la privacy è tornato a pronunciarsi sul tema della raccolta dei dati religiosi dei pazienti ricoverati in strutture ospedaliere. Argomento sempre di attualità per le varie denunce presentate da pazienti, obbligati in alcuni nosocomi a compilare questionari di accettazione che richiedono fra l’altro la dichiarazione della propria fede. Il garante ha stabilito che tali informazioni possono essere trattate soltanto se il malato richiede esplicitamente di usufruire dell’assistenza spirituale o se ciò risulta indispensabile nello svolgimento dei servizi necroscopici per rispettare le volontà del paziente. Il garante si era già occupato del tema nel 2005, ma evidentemente non tutti sono stati così solerti nell’organizzarsi. Ora gli ospedali avranno 6 mesi di tempo per adeguare la raccolta delle informazioni relative alla religione di appartenenza del degente

Con questo, un’altra novità rilevante, sempre a tutela dei malati, è la possibilità di esprimere la propria volontà sulla scelta del regime alimentare e delle terapie cui essere sottoposti (ad esempio, il rifiuto delle trasfusioni), senza dover dichiarare le motivazioni che ne sono alla base.