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Il “Comitato salviamo i toumpi” e la centrale Enel

«Ci toccherà mettere la “carta stagnola” nel Germanasca come nel presepe per far finta che ci sia acqua» dice ironicamente Franco Polastro, una delle memorie storiche e sempre in prima linea contro la centrale che ormai da oltre 25 anni l’Enel vuole costruire in val Germanasca e cerca periodicamente di riproporre. Questa volta il progetto presentato è diverso dagli altri, più «spendibile» e adattato al territorio della valle, mentre in passato era stato sempre proposto un progetto standard. L’ultimo depositato in Provincia verso fine dicembre da parte di Enel Green Power è invece un progetto, in fase di valutazione di impatto ambientale, che prevede di captare le acque del Germanasca e del Germanasca di Massello con una centrale unica a Perrero, per un costo complessivo di 17 milioni di euro. Un progetto molto complesso con una serie innumerevole di relazioni molto dettagliate che andrebbe a interessare tutto il bacino dell’alta valle Germanasca, coinvolgendo i comuni di Prali e Salza (una presa poco a valle della sede di Scopriminiera e la tubatura che porterà a valle l’acqua), e Massello (la seconda opera di presa e il condotto che scenderà verso Perrero). A Perrero come abbiamo detto dovrebbe sorgere nella zona del ponte Rabbioso la centrale in cui confluirebbero le acqua captate a Massello e a Prali. Anche Perrero avrebbe un tratto di tubazione e le linee elettriche verso il fondovalle con interessamento anche di Pomaretto, Inverso Pinasca e Pinasca: le linee saranno interrate sotto la strada Provinciale .

«Siamo davanti ad un progetto più puntuale rispetto ai precedenti – ci dicono dal comitato Salviamo i toumpi, incontrato lo scorso fine settimana – cui sarà difficile opporsi. Verrà tolta l’acqua da due tratti di torrente ancora vivi e senza captazioni. Si rischia di finire come il Chisone che è praticamente tutto intubato, nei tratti dove è conveniente produrre energia elettrica perché vi è il dislivello necessario». Dall’altro lato ci sono i Comuni che vengono giorno dopo giorno depauperati da tasse e ricevono sempre meno finanziamenti per la gestione della cosa pubblica. Ai loro occhi, le centrali idroelettriche significano entrate sotto forma di canoni. «È anche vero, però, che solo i Comuni, i sindaci, possono dire di no a queste opere che rischiano di deturpare le nostre valli. Sulla carta è previsto, è vero, un deflusso minimo vitale e cioè un minimo di acqua dovrebbe sempre scorrere nel torrente. Non viene però valutato che la quantità minima rilasciata è dove c’è la presa e nel tragitto l’acqua può disperdersi, evaporare d’estate e gelare d’inverno» aggiungono dal Comitato. Secondo alcuni calcoli approntati dal Comitato l’introito che ritorna sul territorio è inferiore al 10% del guadagno che ne ha la proprietà della centrale. Inoltre i canoni vengono divisi fra Regione, Bim (bacino imbrifero montano) e Comuni. Dal torrente parte molta ricchezza di una valle come quella del Germansca e del Germanasca di Massello. Derivazioni per canali irrigui, pesca, sport d’acqua come il canyoning che potrebbe offrire delle opportunità di sviluppo sostenibile. Tutto questo rischia di scomparire (e quindi le zone potrebbero ulteriormente spopolarsi) grazie alla costruzione delle due prese e della centrale a Perrero. «In val Germanasca abbiamo esempi di opere mai realizzate: c’è una linea elettrica per una centrale mai costruita, abbandonata a se stessa. E di certo non è un bel biglietto da visita per queste terre che fanno del turismo una delle poche prospettive» concludono dal Comitato. Che aggiunge uno slogan: «Esistono beni non monetizzabili: avere un torrente vivo e in salute è uno di questi».   

Foto “ValleGermanasca3” di SuperchilumOpera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons.