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L’effetto domino di Pracatinat

In attesa di sapere, nella prossima assemblea dei soci del 6 febbraio, quale sarà il destino del centro educativo e di educazione ambientale di Pracatinat che la Regione vuole mettere in liquidazione, siamo andati a capire quali potrebbero essere le conseguenze per l’indotto che lavora con Pracatinat.

La cooperativa Tarta Volante che ha la sede a Torre Pellice lavora da anni con e per il centro di educazione ambientale di Pracatinat: la cooperativa rischia di perdere, commesse, lavoro e collaborazioni.

La Tarta Volante ha dodici soci e occupa trenta-trentacinque lavoratori tra dipendenti e collaboratori. La presidente, Elisa Morero, ci spiega quanto incide sulla cooperativa il lavoro a Pracatinat e quali danni causerebbe la sua chiusura.

«La Tarta Volante, come tutti, è molto preoccupata della possibile chiusura di Pracatinat e del suo destino. Noi, da oltre 25 anni, forniamo un équipe educativa specializzata al centro in cui impieghiamo dagli otto ai dieci educatori. La perdita di Pracatinat sarebbe una gravissima perdita per i nostri lavoratori. Tutto il ramo dell’educazione ambientale per la Tarta Volante è sempre stato una parte importante del nostro lavoro. Quindi sarebbe una perdita oltre che del posto di lavoro di una decina di persone, e oltre ai 40 dipendenti diretti della Pracatinat (S.c.p.a, ndr), anche di un esperienza ventennale e di un lavoro di qualità. Per la Tarta Volante la collaborazione con Pracatinat rappresenta il 20-25 % del lavoro».

La Tarta Volante al momento si occupa principalmente di servizi nei settori dell’educazione, dello sviluppo territoriale e dell’assistenza sociosanitaria rivolta a minori, adulti e disabili. Da oltre quindici anni gestisce i servizi di educativa territoriale per minori e disabili della val Pellice. Nel 2011 la cooperativa, ha aperto una nuova struttura a Bibiana. È un gruppo appartamento, un centro diurno rivolto a giovani disabili con buona autonomia. Nel 2015 la cooperativa ha scelto di aprire una nuova struttura, ancora a Bibiana, per la stessa tipologia di utenza: «abbiamo visto – dichiara ancora Morero – che Bibiana ci ha accolto bene, i ragazzi ospiti hanno stretto una buona relazione con i bibianesi e soprattutto con gli operatori».

Nonostante il rischio di perdita del lavoro per i circa 10 operatori a Pracatinat, la cooperativa è aperta a ricevere la collaborazione di persone nuove e motivate nell’educazione nel sociale.

La cooperativa, come altri , non è stata contattata dagli enti soci per un consulto o un’opinione su eventuali soluzioni alternative alla chiusura del centro montano.

Il 6 febbraio la nuova assemblea dei soci pubblici, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, i comuni di Pinerolo, Rivoli, Moncalieri, l’Unione dei comuni del pinerolese e Fenestrelle (proprietaria degli immobili) dovrà deliberare sul futuro della società consortile per azioni. Negli anni i trasferimenti degli enti soci sono costantemente diminuiti e gli alti costi di mantenimento della struttura rendono difficile il pareggio di bilancio: al momento mancano 300.000 euro. La Regione Piemonte, da quanto ha annunciato, vuole mettere in liquidazione la società ma aspetta un alternativa dagli altri soci. Tra le voci che si sono levate contro la chiusura del cento anche quella del Sindaco di Torino e presidente della Città Metropolitana Piero Fassino.

Foto via pracatinat.it