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Je suis Tsipras

Per la prima volta l’attenzione dei vari paesi dell’Unione europea è sulle elezioni della piccola Grecia: 11 milioni di abitanti, un terzo della superficie dell’Italia. Non solo un paese piccolo, ma con una storia elettorale alquanto noiosa, con l’alternanza tra i vari Papandreou e Karamanlis, dinastie di partito per la carica di premier.

Ora c’è però un nome nuovo, da un partito nuovo, che promette qualcosa di nuovo: Alexis Tsipras. Probabilmente vincerà, forse da solo. Appena un anno più vecchio del nostro presidente del Consiglio, è spesso associato alla cosiddetta “sinistra radicale”, m potremmo più correttamente definirlo un socialdemocratico.

Qual è la novità di Tsipras? L’opposizione all’attuale modello d’integrazione europea, in particolare alle politiche economiche dell’Eurozona. La Grecia è infatti stata letteralmente uccisa dalla politica europea, con l’ampio sostegno dei cittadini degli altri paesi che premiavano alle elezioni i partiti che promettevano che la Grecia si sarebbe dovuta salvare da sola. Non solo una crisi economica, ma anche una crisi della democrazia europea, dell’idea stessa che il popolo sia in grado di decidere per sé.

Poi, certo, il popolo— soprattutto il famigerato “popolo del web”, altrimenti noto come la “ggente” — dà la colpa alle banche, ma poi nel segreto dell’urna è tanto spietato quanto gli speculatori e vota per partiti e politici contrari a qualunque solidarietà, che sia nei confronti di rifugiati, migranti, coppie omosessuali e anche greci sul lastrico. Dal “Not in my name” al “Not with my money”.

Ora i popoli europei guardano alla Grecia e sono tutti un po’ per Tsipras, non solo i partiti di sinistra incapaci di vincere a casa loro, ma anche i neo/post/pre-fascisti. Probabilmente anche i partiti che parlano male di Tsipras —forse addirittura lo stesso premier uscente Samaras — vogliono vedere la vittoria di Tsipras. Perché? Per vedere se ce la fa, se la Grecia riesce a uscire da questa assurda situazione, alla quale gli attuali governanti non vedono alternativa possibile.

E se Tsipras riuscirà nell’intento, salvando capra e cavoli, Grecia e Eurozona, allora saranno milioni quelli che diranno di aver sempre sostenuto il leader greco. Insomma, «Je suis Tsipras» anche chi Tsipras non è. Guardiamo dunque cosa succede in Grecia: tanto succede in Grecia… e speriamo di guadagnarci qualcosa.

Foto „Alexis Tsipras Syriza“ von FrangiscoDerEigenes Werk. Lizenziert unter CC BY-SA 3.0 über Wikimedia Commons.