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Fare autocritica

Non adirarti fino all’estremo, o Signore! Non ricordarti dell’iniquità per sempre; ecco, guarda ti supplichiamo; noi siamo tutti tuo popolo.
Isaia 64, 9

Cristo con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini.
Efesini 2, 17

Confessare i propri peccati e abbandonarli non è facile: bisogna individuarli, cioè essere onesti con se stessi, e chiamarli per nome, come Gesù faceva con i demòni. Abbiamo tendenza a confessare peccati che non esistono o che non ci riguardano e a dimenticare quelli veri.

“Non ricordarti dei peccati passati, Signore!”. Due parole su un caso particolare: perdonaci per la mancanza di autocritica. Autocritica: un termine molto usato nelle chiese protestanti, ma poco praticata.

Le chiese sono vuote? Perdonaci per la nostra mancanza di fede, per il nostro egoismo, per la nostra avarizia, e via di seguito con i luoghi comuni, oppure perché la televisione e l’auto sono diventati gli idoli di oggi e altre banalità del genere. Ma quale predicatore confessa: perdonami Signore perché non ho predicato il puro vangelo, perché non mi sono preparato a sufficienza, perché mi sono soffermato su particolari insignificanti invece di cogliere il centro del tuo messaggio.

La democrazia non funziona nelle chiese? Perché c’è poca partecipazione, mancano coscienza ecclesiastica e responsabilità personale, e via dicendo. Forse è vero ma non è questo il peccato che devi confessare tu. Il tuo è un altro, fai un po’ di autocritica: confessa anche che c’è poco spazio per una voce diversa, che la maggioranza non sempre ha ragione, che la decisione era già presa prima ancora di entrare nell’assemblea, che proprio le tue scelte hanno portato al fallimento. Oppure che tu stesso non hai detto quel che avresti dovuto per paura di risultare sgradito. Quand’è l’ultima volta che – nella tua chiesa – hai dato spazio all’opposizione?

Foto “Eyneburg 7” by User:LusitanaOwn work. Licensed under CC BY 2.5 via Wikimedia Commons.