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Sfogliando i giornali di giovedì 22 gennaio

01 – L’esercito ucraino si ritira dall’aeroporto di Donetsk

Un portavoce dell’esercito ucraino ha annunciato che le truppe governative e i gruppi di volontari hanno deciso di ritirarsi dall’aeroporto di Donetsk, nella regione separatista del Donbass, costruito in occasione di Euro 2012 e ormai quasi completamente distrutto.

La decisione è arrivata dopo mesi di combattimenti contro i separatisti filorussi e sancisce la rinuncia, da parte dell’esercito ucraino, al tentativo di riprendere il controllo dell’aeroporto, nonostante il 18 gennaio fosse stata annunciata la riconquista, rivelatasi poi priva di fondamento.

Il ministro della difesa ucraino ha affermato che nelle ultime 24 ore di scontri sei militari sono stati uccisi, mentre altri sedici sono rimasti feriti, mentre ha negato l’abbandono dell’aeroporto da parte dell’esercito. Inoltre, molti giornali riportano notizie dell’uccisione di 13 civili nei pressi della città di Donetsk in seguito ai bombardamenti.

Intanto a Berlino, in un vertice tra Ucraina, Russia e Francia guidato dal ministro degli esteri tedesco Steinmeier, si è raggiunto un accordo per la deposizione delle armi pesanti da parte di entrambi gli schieramenti, condizione necessaria per la piena attuazione dei negoziati di pace avviati a Minsk nel settembre del 2014.

02 – Mai più un “caso Stamina”, ecco il decreto contro le truffe

«Non ci sarà mai più un caso Stamina in Italia». Con queste parole il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato il nuovo regolamento per le cosiddette “cure compassionevoli”, con il quale si limita il potere discrezionale dei giudici e si affidano all’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, tutti i poteri di autorizzazione e controllo su quelli che vengono chiamati nel decreto «medicinali per terapie avanzate, preparati su base non ripetitiva». Il provvedimento rende decisamente più restrittive le regole, e impone che le terapie vengano autorizzate su base individuale, caso per caso, e non più per intere categorie di pazienti com’era invece accaduto per il metodo Stamina. «Il decreto – ha dichiarato il ministro Lorenzin – metterà i pazienti al riparo da possibili truffe e speculazioni, come purtroppo avvenuto in occasione della vicenda Stamina»

03 – Si dimette il leader del movimento Pegida dopo la pubblicazione delle sue foto con i baffi da Hitler

Il capo del movimento xenofobo tedesco Pegida, Lutz Bachmann, si è dimesso, dopo che il giornale tedesco Bild ha pubblicato ieri una sua foto in cui appare con un taglio di capelli e di baffi che ricorda quello di Hitler. Bachmann, che nega la propria appartenenza politica all’estrema destra tedesca, ha provato a difendersi parlando di uno scherzo, ma, viste anche alcune sue dichiarazioni del passato, la Procura ha deciso di aprire nei suoi confronti un’inchiesta per incitamento all’odio. Le dimissioni, confermate in serata, non sono legate alla pubblicazione, almeno stando a quanto dichiarato dai vertici del movimento.

Intanto, ieri sera circa diecimila persone hanno partecipato alla nuova manifestazione organizzata da Pegida contro gli immigrati e l’islam a Lipsia, bloccata però da numerosi cittadini, che hanno marciato per sottolineare la loro contrarietà alle idee di Pegida.

04 – Nuovo naufragio nel Mediterraneo: 20 dispersi al largo di Malta

La marina maltese ha soccorso questa mattina 80 migranti al largo dell’isola di Malta, ma 20 di loro risultano ancora dispersi. I migranti si trovavano a bordo di un grande gommone, fuori controllo a causa del mare in burrasca e sul punto di ribaltarsi.

Un portavoce del governo maltese ha dichiarato che i migranti erano in mare da diversi giorni e hanno urgente bisogno di cure mediche.

L’isola di Malta, al centro del Mediterraneo e a meno di 200 km di distanza da Lampedusa, è uno degli approdi principali per i migranti che dal Nordafrica cercano di entrare in Europa, e ha politiche sull’immigrazione fortemente restrittive.

05 – Accordo tra le parti in Sud Sudan, ma nelle aree petrolifere si continua a combattere

I rappresentanti delle due fazioni in guerra in Sud Sudan, quella del presidente Salva Kiir e quella dell’ex vicepresidente Riek Machar, hanno firmato ieri un accordo politico, chiamato Unity deal, che punta a porre fine alla guerra civile che da oltre un anno interessa il paese. L’accordo, firmato nella città tanzaniana di Arusha, dove erano in corso da giorni i colloqui, conferma tutti gli impegni già assunti dalle parti nei mesi scorsi, ma li rende più stringenti anche di fronte alla comunità internazionale, che finora, con l’esclusione del diretto impegno cinese, non ha preso una posizione precisa. L’obiettivo più immediato è quello della riconciliazione tra le due fazioni del Movimento popolare di liberazione del Sudan, del quale fanno parte sia le forze governative che quelle ribelli.

Tuttavia, il “cessate il fuoco” sottoscritto nel paese sembra non riuscire a reggere: le forze ribelli stanno infatti conducendo da giorni un’offensiva nello Unity e nell’Upper Nile, regioni petrolifere al confine con il Sudan.