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Lo humour più forte del buio

Antoine Nouis direttore di Réforme, settimanale del mondo protestante francese, ha scritto un breve editoriale a seguito dell’attentato parigino. Ci pare corretto riportare il testo, del giornale nostro «cugino» d’oltr’Alpe. Nouis nel suo editoriale intitolato «La rivolta delle pantofole» ha scritto che «Edwy Plenel, giornalista politico francese, in una conferenza indetta da Réforme aveva detto come a volte il silenzio delle pantofole è più assordante che i rumori degli spari, e che il mondo non sarà distrutto dai pochi che fanno il male, ma dalla maggioranza che guarda il male senza far nulla e tacendo. Domenica scorsa le pantofole si sono risvegliate e a milioni, in piazza, hanno urlato la propria indignazione. Quale bilancio trarre da questa tragica settimana? Innanzitutto in barba agli attentatori Charlie Hebdo è salvo. Il giornale era in crisi finanziaria e i terroristi con la loro tragica azione hanno probabilmente contribuito a far si che la sua voce sopravviva. Hanno ucciso uomini, ma il loro scopo, far tacere una voce, è miseramente fallito. Poi un motivo di soddisfazione nel vedere come il nostro paese ha mostrato di saper resistere compatto al terrorismo, notizia felice anche perché è probabile che questo non sarà l’unica aggressione che subiremo.

Oltre a ciò c’è la constatazione dolorosa della connivenza, a volte della simpatia che una minoranza di giovani e giovanissimi provano nei confronti dei terroristi: questo è un fallimento per la nostra società ed una grande sfida per il nostro sistema scolastico. Tutti insieme dovremo ragionare a fondo su questo tema. Infine chiudo con una sfida lanciata alle religioni: il filosofo Paul Ricoeur ha scritto che “una dottrina rivela i suoi punti deboli in base alle perversioni che permette, per cui a ciascuno i suoi mostri”. Una religione si può apprendere grazie ai suoi sommi vertici, ma anche per i mostri che genera, e per la resistenza che sa opporre a questi ultimi. Una sfida questa per l’islam, e per noi tutti». La mia prima reazione alla notizia della strage è stata quella di andare in edicola per comprare Charlie Hebdo. Non per conoscerne i contenuti, ma quale gesto militante. La libertà di stampa è uno dei principali indici di democrazia. Attaccare un giornale significa toccare un simbolo di libertà. Il diritto di ridere è proprio dell’uomo anche se ci siamo dimenticato di inserirlo nella Dichiarazione universale dei Diritti. Il mito di una società senza stampa e senza umorismo è la quint’essenza della dittatura: un mondo glaciale. Ho freddo. MI vengono in mente le parole del disegnatore Piem: “Lo humour è un percorso volontario per uscire dal buio e per essere più forti del male”. Ecco, credo che Charlie Hebdo sia più forte del male».

Copertina: http://leparvisleblog.canalblog.com/archives/2012/01/30/23374291.html