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Sfogliando i giornali del 14 gennaio

01 – Libia, le fazioni in guerra si riuniscono oggi a Ginevra

Primo giorno di colloqui sulla guerra in Libia nel quadro della missione Unsmil delle Nazioni Unite. A Ginevra si riuniranno anche i rappresentanti delle due fazioni in guerra nel paese, ovvero da un lato il governo riconosciuto a livello nazionale e rifugiato a Tobruk, dov’è stata costituita la Camera dei rappresentanti libica, e dall’altro il Congresso nazionale generale, che esprime una maggioranza vicina ai Fratelli musulmani. La guerra libica ha vissuto un’escalation dal 25 giugno 2014, con la decisione delle forze che si dichiarano vicine al mondo musulmano di non riconoscere il risultato delle elezioni politiche appena svolte, lanciando dalla città di Misurata l’Operazione Alba e reinsediando il vecchio Parlamento a Tripoli. Secondo La Stampa si tratta di un successo diplomatico italiano, perché è stato l’impegno della Farnesina a permettere il coinvolgimento di uno tra i vertici dell’Operazione Alba come Fathi Bashagha. «L’obiettivo – racconta La Stampa – è arrivare al cessate il fuoco e al ritiro degli uomini armati dalle principali città, compresa Tripoli».

02 – Niente ricetta per la “pillola dei cinque giorni dopo”, la Commissione europea ha deciso.

Dopo la decisione di ieri della Commissione europea, la cosiddetta “pillola dei cinque giorni dopo” potrà essere venduta in farmacia senza ricetta medica. Si tratta della prima volta per un contraccettivo, che viene così equiparato ai normali farmaci da banco. Il farmaco, a base di levonorgestrel o ulipristal, blocca l’ovulazione o impedisce l’annidamento nella parete dell’utero dell’ovulo fecondato e potrà essere acquistato anche dalle minorenni. La Commissione per i prodotti medicinali umani dell’Agenzia europea dei medicinali ha espresso un’opinione positiva, perché secondo i tecnici la pillola, se assunta entro le prime 24 ore dal rapporto sessuale, è la più efficace. Nelle intenzioni della Commissione, la nuova normativa dovrebbe agevolare l’accesso al medicinale, garantendo maggior sicurezza per i quasi 120 milioni di donne in tutta Europa in età fertile, che potranno così accedere alla contraccezione d’emergenza senza obbligo di prescrizione. Molto critiche le associazioni di medici e farmacisti cattolici, che parlano di un «aborto mascherato» e del fatto che «si vogliono ingannare le donne e aggirare la possibilità dell’obiezione di coscienza». L’Italia, ad oggi, è l’unico paese che richiede anche un test di gravidanza per ottenere la prescrizione medica.

03 – Sciolto nella notte il parlamento ad Haiti, proteste dell’opposizione

È stato sciolto nella notte italiana il parlamento di Haiti, in seguito al fallimento dei negoziati che erano stati avviati nel fine settimana per trovare un accordo sulla nuova legge elettorale. Le notizie di ieri parlavano di un accordo tra il presidente Michel Martelly e i rappresentanti dell’opposizione a proposito di un ritorno al voto, che si sarebbe dovuto tenere entro l’anno. Tuttavia, il parlamento è stato sciolto e ora Martelly governa per decreto. Il mandato dell’attuale presidente scade l’anno prossimo, ma non è chiaro quando si potrà tornare al voto, un appuntamento atteso dai cittadini haitiani sin dal maggio del 2012. In risposta allo scioglimento dell’Assemblea nazionale, i gruppi di opposizione hanno annunciato che continueranno le loro proteste finché non arriveranno le dimissioni di Martelly. «Il presidente – ha dichiarato l’esponente dell’opposizione Andre Michel – non ha organizzato elezioni credibili, è stato al potere per farlo ma dopo tre anni e mezzo non lo ha fatto. Oggi il parlamento è privato delle funzioni e la colpa è sua, non ha più ragione di restare al suo posto».

04 – Sciopero della fame e proteste in un centro australiano di detenzione per migranti

Centinaia di richiedenti asilo sono entrati in sciopero della fame in un centro australiano di detenzione per migranti in Papua Nuova Guinea. Alcuni – racconta Christian Today – hanno anche deciso di cucirsi le labbra per sottolineare la loro condizione di “senza voce”. La protesta è cominciata nei giorni scorsi, quando i migranti hanno saputo che sarebbero stati spostati in una nuova struttura che a loro parere li renderà ancora più vulnerabili agli attacchi della popolazione locale. Papua Nuova Guinea, infatti, è uno tra i luoghi nel mondo con le peggiori condizioni di sicurezza, soprattutto per i cittadini stranieri. Da alcuni anni l’Australia utilizza centri di detenzione sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, e a Nauru, un minuscolo stato nel Pacifico meridionale, per trattenere i migranti in attesa che le loro richieste di asilo siano prese in considerazione. In questo modo il governo australiano afferma di proteggere i propri confini impedendo ai migranti di raggiungere le sue coste.

05 – Ogm, l’Europarlamento svincola i Paesi membri Ogni Stato potrà vietare le coltivazioni

Il Parlamento europeo ha approvato ieri l’accordo sulla sovranità di ogni paese per quanto riguarda la possibilità di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio nazionale. La decisione, che arriva dopo quattro anni di negoziati tra gli Stati membri, segna un risultato accolto favorevolmente dal ministro italiano per le Politiche agricole, Maurizio Martina, e dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, secondo i quali il risultato «non era scontato». Critici i socialisti e i verdi, secondo i quali mancano alcuni elementi, come un fondo di risarcimento danni da eventuali contaminazioni per gli agricoltori, mentre le organizzazioni di produttori e consumatori europei si sono dette soddisfatte, definendo l’accordo come «un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing delle multinazionali del biotech».

Foto via Flickr