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Case pastorali

Il libro è in libreria da tempo ed è peccato che il nostro giornale non ne abbia dato notizia; si tratta infatti di un lavoro interessante, che ha il pregio di essere accessibile a chiunque abbia interesse per le vicende delle nostre comunità. Scritto in linguaggio scorrevole, è di lettura istruttiva e riposante; usiamo questi aggettivi in modo appropriato: nel diluvio di libri, romanzi neri o gialli, biografie e fantasticherie, dove la vita è sempre riletta, rifatta, sognata, inventata, qui si parla invece di realtà banali ma reali.

Il soggetto del libro sono infatti delle case e c’è al mondo cosa più reale e banale di una casa? Perché questo è il soggetto trattato con grande semplicità in queste pagine: le case dove nel corso degli anni hanno abitato i ministri, cioè i pastori, delle nostre parrocchie. Di quelle che sono qui indicati come presbiteri (conosciute come le presbytère, o nel nostro francese valdese la cure) sono illustrate e documentate le vicende nel corso degli ultimi 250 anni.

Si può affermare che tutti i lettori scopriranno nella lettura fatti interessanti e curiosi riguardo a questi edifici, non solo, ma anche alla realtà che ha fatto loro da contesto sociale. Nell’indagare gli archivi l’autrice non ha resistito infatti alla tentazione di menzionare vicende curiose («altro intorno» come dice nel titolo) che documentano la vita locale.

I nostri presbiteri, non essendo case private ma edifici che hanno assolto in qualche misura una valenza comunitaria, sono fortemente legati alla vicenda dei luoghi, e lo sono in duplice modo.

Anzitutto perché la «abitazione del Signor Ministro», come gli altri edifici pubblici attinenti al culto protestante, la grande école e il tempio, rientrava nelle competenze delle amministrazioni comunali ed era ascritto al Registro protestante, formato con le tasse dei sudditi valdesi. Si comprendono facilmente le implicazioni di questa situazione: discussioni con Comuni senza fondi, pratiche infinite con l’Intendente, preventivi, insomma il mondo amministrativo di sempre.

Ma c’è un secondo aspetto che merita sottolineare: la cure non è una canonica protestante, non vi abita un parroco con una perpetua, ma un intellettuale con famiglia. Non è solo il suo domicilio ma in qualche misura è il luogo di riferimento della chiesa, molto più del tempio riservato alle grande occasioni; difficile valutare quanta parte della vita comunitaria ha avuto in questi edifici la sua sede: riunioni di concistoro, catechismo, sedute delle attività femminili delle giovani e delle madri.

Da metà Ottocento e per molti decenni la vita delle nostre parrocchie si è organizzata attorno a tre edifici: il tempio, le scuole, la cure, e a tre figure: il ministre, il régent e madame, la moglie del pastore. Forse più che degli edifici in continuo restauro le cure sono state il mondo di queste donne ed è la loro storia che meriterebbe un libro.

Gloria Rostaing, Presbiteri ed altro intorno, nelle Valli valdesi dei secoli scorsi, Pinerolo, Alzani, 2013.

Foto Pietro Romeo