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Caduti di settant’anni fa

Vigone, 9 gennaio. Davanti a noi la cerchia dei monti imbiancati, dal Monviso alla Val di Susa. Più vicino i prati e i campi appena arati. Forse lo stesso paesaggio di quel lontano 9 gennaio 1945, settant’anni fa, giorno in cui fu ucciso il comandante partigiano Orlando Buffa, nome di battaglia Dino. Sapevo poco di questi caduti a Vigone: oltre a Dino, deponiamo dei fiori sui cippi commemorativi di Carlo Bessone, Emilio Dezzan, Giovanni Serra, Mario Sola, Ernesto Castagno, Giuseppe Dellacroce. Guardo le date di nascita: 1921, 1926… Mi vengono in mente i versi della canzone su Reggio Emilia: «son morti sui vent’anni, per il nostro domani…» E del domani, dell’oggi, di Parigi, della necesstà di opporsi al terrorismo con i valori della Resistenza europea e non invocando la pena di morte, parla nel suo discorso Giulio Giordano (Giulietto), che dal gennaio 1945 fino alla Liberazione, nell’ambito della V Divisione alpina G.L., fu commissario proprio della III Brigata Vigone « Dino Buffa».

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Dino, prima di operare in pianura aveva fatto parte della banda del Bagnou; poi assunse altri incarichi importanti fino a diventare responsabile dell’Intendenza per tutta la V Divisione : cioè dell’essenziale e difficile compito di provvedere ai viveri necessari alle forze partigiane della Val Pellice, Chisone e Germanasca. Bisognava sequestrare animali, cereali e quant’alrro, rivolgendosi, ove possibile, dai contadini benestanti della pianura. Al momento del prelievo veniva rilasciato un “buono” ( firmato da Roberto Malan o da Dino Buffa), che costituiva una sorta di garanzia ( in effetti dopo la Liberazione i buoni saranno in parte pagati).

Ci salutiamo con i compagni dell’Anpi, siamo una trentina, il più giovane è sopra i 50, ma l’età non importa. Ci sono altre storie che vogliamo far uscire dal silenzio e altre battaglie da fare oggi, ancora per la giustizia e la libertà.

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