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Sfogliando i giornali dell’8 gennaio

01 – La Francia il giorno dopo gli attentati alla redazione di Charlie Hebdo

«Continueremo a informare, indagare, intervistare, commentare e pubblicare – e disegnare – a proposito di qualsiasi notizia». Con questo editoriale congiunto cinque grandi quotidiani europei, il francese Le Monde, il britannico The Guardian, il tedesco Süddeutsche Zeitung, l’italiano La Stampa, lo spagnolo El País e il polacco Gazeta Wyborcza, hanno deciso di aprire le edizioni di oggi. Il giorno dopo la strage di Parigi, in cui in un attentato alla redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo sono state uccise 12 persone, tra cui quattro autori e due poliziotti, la Francia ha deciso di rafforzare tutte le misure di sicurezza, schierando circa 800 militari per proteggere i luoghi di culto e le aree considerate più a rischio. Il presidente francese François Hollande ha indetto un giorno di lutto nazionale. Gli attentatori sono cittadini francesi, e uno di loro era già stato condannato nel 2008 per aver aderito a una rete terroristica che aiutava i combattenti stranieri a raggiungere l’Iraq per unirsi ai jihadisti. Il primo ministro francese Manuel Valls e il ministro dell’interno Bernard Cazeneuve hanno annunciato che sono state arrestate sette persone coinvolte nelle indagini durante la notte, uomini e donne considerati vicini agli attentatori. François Clavairoly, presidente della Fédération protestante de France, ha definito «orribile» l’attentato, e ha dichiarato che «la Fpf condanna questo atto odioso che tocca i nostri cuori e le nostre coscienze. […] La vita umana è preziosa agli occhi di Dio, e affermiamo che non c’è alcuna giustificazione né ragion d’essere per fatti come questi. […] Ribadiamo che la Repubblica francese e i suoi valori, in particolare la libertà di coscienza, la democrazia e la libertà di stampa rappresentano un fondamento al nostro vivere insieme».

02 – Istituiti tribunali speciali in Pakistan

Il Parlamento del Pakistan ha approvato martedì l’istituzione di tribunali militari speciali per giudicare i casi legati ad episodi di terrorismo, sottolineando l’esistenza di una minaccia definita «grave e senza precedenti» dal presidente Mamnoon Hussain. In particolare, il presidente ha parlato del pericolo portato da chi «fa uso di armi e guerriglia in nome della religione e viene finanziato da sette locali e straniere». I partiti islamici hanno deciso di astenersi e hanno espresso le loro riserve a proposito dell’uso delle parole “religione” e “setta” all’interno del testo della legge. Contrario alla decisione anche il leader dell’opposizione laica, Syed Ahmed Shah Khursheed, che ha dichiarato che «l’Islam è una religione di amore e non lascia spazio per qualsiasi tipo di terrorismo», affermando poi di essere «sempre stato contrario ai tribunali militari per salvaguardare l’indipendenza della magistratura». Intanto, due tra i condannati per le stragi degli ultimi anni sono stati giustiziati nella mattinata di ieri, e secondo le autorità pubbliche altre esecuzioni seguiranno nei prossimi giorni.

03 – Cuba rilascia altri dissidenti politici

Il governo cubano ha deciso ieri di rilasciare tre dissidenti politici, detenuti dal dicembre del 2012 per «attività controrivoluzionaria». Si tratta di tre membri della Unione patriottica cubana, Unpacu, il principale movimento di opposizione sull’isola, sospettato da anni di ricevere finanziamenti dagli Stati Uniti attraverso le donazioni degli anticastristi residenti in Florida. Si tratta, secondo gli osservatori internazionali, di un importante passo in avanti nel rendere esecutivo lo storico accordo siglato con Washington a fine 2014 e che prevede la liberazione di 53 persone presenti su una lista consegnata dai diplomatici statunitensi al governo cubano. Tuttavia, Reuters segnala che i tre dissidenti rilasciati potrebbero non essere presenti sulla lista, e la liberazione non è stata per ora confermata dalla Casa Bianca.

04 – Nuova composizione del Congresso degli Stati Uniti: non cambia la rappresentanza religiosa

Secondo un’indagine realizzata dal Pew Research Center, nonostante la svolta a destra del Congresso degli Stati Uniti la rappresentanza religiosa non cambia in modo significativo, rimanendo nettamente superiore a quella della società statunitense. In particolare, ci racconta The Gospel Herald, circa il 92% dei membri del Congresso hanno dichiarato di essere cristiani, e tra questi il 57% sono protestanti di varie denominazioni, contro un 30% di membri della chiesa cattolica. Mentre il 20% degli statunitensi si definiscono non credenti o non appartenenti a nessuna religione, soltanto la deputata dell’Arizona Kyrsten Sinema si è definita tale, per una quota di rappresentanza pari allo 0,2%. Decisamente superiore alla media del paese anche la presenza di ebrei: il 5,2% dei membri del Congresso contro un 2% tra la popolazione.

05 – Nato da due donne, ha status di figlio

Fa discutere la sentenza, emessa il 29 ottobre 2014 ma depositata soltanto pochi giorni fa, con cui la Corte d’appello di Torino ha accolto la richiesta di due donne, sposate in Spagna, di trascrivere l’atto di nascita del figlio nato nello stesso Paese con l’inseminazione eterologa. Una delle due donne è di nazionalità italiana, e al bambino è stato riconosciuto un «diritto all’identità personale», per garantirgli tutele di tipo sociale e patrimoniale, affinché possa contare sia su una rete riconosciuta di parenti sia su diritti assistenziali e patrimoniali, in particolare ereditari. La Corte ha ribaltato l’iniziale parere negativo del Tribunale dell’ottobre 2013, ordinando all’ufficiale di stato civile del Comune di Torino di trascrivere la nascita del bambino. Il Comune di Torino ha però deciso che l’atto di nascita, almeno per il momento, non verrà trascritto, in attesa di una sentenza della Cassazione, che darà quindi un parere definitivo su questo tema.

Foto “Charlie-Hebdo-2015-11” by Thierry CaroOwn work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons.