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Video: L’abbraccio per riaprire il Valdese

A fine 2012 la Giunta Cota scelse di chiudere l’ospedale Valdese di Torino, punto di rifermento soprattutto per la cura e la prevenzione del tumore al seno, con la motivazione di risparmiare risorse. Di opinione contraria erano medici, infermieri, pazienti ed ex pazienti e insieme alla Tavola valdese hanno ricorso più volte al giudizio del Tar.

Mercoledì 17 dicembre il Tribunale amministrativo del Piemonte darà la sentenza definitiva e di merito sulla chiusura dell’ospedale di via Silvio Pellico.

Il “Movimento mettiamoci le tette” ha organizzato sabato 13 dicembre una manifestazione per tenere alta l’attenzione sul valdese e sulla data del 17 dicembre. Circa 300 persone sono arrivate e hanno invaso via Silvio Pellico davanti all’ingresso dell’ospedale. Ognuno e ognuna aveva qualcosa di luminoso addosso, luci, torce, lumini per non spegnere l’attenzione sull’amato ospedale. I manifestanti hanno circondato l’isolato di San Salvario per abbracciare simbolicamente la struttura e in corteo ne hanno percorso il perimetro per ricordare a passanti, residenti e media intervenuti quello che di buono si faceva all’interno dell’ospedale valdese.

«Quello che era unico e prezioso di questa struttura era l’approccio che aveva con le donne malate di cancro al seno – ci dicono alcune manifestanti. Noi oggi vogliamo ricambiare simbolicamente quell’abbraccio che il valdese ci offriva e che non si ritrova più in altre strutture pubbliche o private torinesi dove sono stati trasferiti macchinari, competenze e professioni che qui creavano un alchimia unica».

Carla Diamanti, ex paziente e coordinatrice del gruppo “Mettiamoci le Tette” ideatrice della manifestazione è fiduciosa. «Sono contentissima di quanta gente è venuta. Nel caso mercoledì il Tar ci desse ragione, il Valdese dovrebbe riaprire il giorno dopo. Certo non sarà più quello di prima come ci ha già detto Saitta ma è già qualcosa e sicuramente si dovrà riaprire il reparto di senologia, fiore all’ochiello della sanità Piemontese».

Intanto La Stampa rivela di un progetto già sul tavolo della Regione che prevede che la Regione dovrebbe mettere un milione e mezzo, già messo a bilancio per la ristrutturazione della chiusura, i restanti 3-4 milioni li metterebbero Tavola valdese, cooperative sociali, istituti finanziari del terzo settore e una campagna di crowdfounding, che sarebbe la prima e finora unica al mondo: una raccolta fondi per comprare e salvare un ospedale.