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Da religione a religioni

Su «Venerdì», supplemento odierno al quotidiano «La Repubblica», compare la notizia di una lettera scritta da vari storici delle religioni per chiedere un tavolo di confronto alla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, al fine di valutare la possibilità di introdurre la materia da loro insegnata, storia delle religioni appunto, all’interno dell’ordinamento scolastico italiano. Cinzia Gubbini, autrice dell’articolo sottolinea come «nonostante il tema sia annoso, è la prima volta che gli storici del settore avanzano una richiesta ufficiale. La proposta può apparire innocua, ma rischia di aprire un fronte di guerra con il Vaticano, che detiene il monopolio dell’insegnamento di una fede, quella cattolica. E’ altrettanto evidente che in questo caso si parla di altro: gli illustri studiosi che firmano la lettera, – da Paolo Scarpi, presidente del corso di laurea in Storia delle religioni a Padova, a Maria Lupi, presidente dell’omologo corso di Roma Tre, nonché l’intera assemblea della Sisr (Società italiana di storici della religione)- nulla hanno a che vedere con l’insegnamento di un credo. I firmatari ribadiscono che la loro proposta è rigorosamente aconfessionale». Le opzioni potrebbero andare dall’inserimento di una vera e propria nuova materia oppure diventare un modulo di formazione obbligatorio per gli insegnanti. Intanto l’Irc (l’ora di religione cattolica) perde colpi: secondo i dati della Cei, nell’anno scolastico 2012-2013 se ne è avvalso l’88,9% degli studenti, mentre dieci anni fa era il 93%.