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La lotta alla povertà infantile è cruciale

L’elevato tasso di povertà infantile presente in Nuova Zelanda deve essere urgentemente dibattuto. Lo affermano i responsabili delle Chiese anglicana, battista, cattolica, metodista, presbiteriana, dell’Esercito della Salvezza e delle Assemblee di Dio presenti in Nuova Zelanda.

I leader delle sette chiese cristiane hanno accolto favorevolmente la pubblicazione di un recente documento sulla povertà infantile, frutto del lavoro di un gruppo di esperti, e attendono di prendere parte attiva alla discussione sui dati e sulle soluzioni che il rapporto propone alla riflessione.

«È importante capire le vere dimensioni della povertà infantile in Nuova Zelanda», ha detto Donald Bell, comandante dell’Esercito della Salvezza. «In tal modo i nostri politici possono realizzare cambiamenti pratici che faranno la differenza per i bambini che attualmente vivono in condizioni di estrema povertà».

Le chiese già contribuiscono al benessere dei bambini attraverso i propri programmi, ha aggiunto Peter Cheyne, moderatore della chiesa presbiteriana. «Sia in modo formale attraverso le Agenzie di servizi sociali che sono tra le più grandi del paese, sia in modo informale attraverso le attività delle parrocchie e dei gruppi locali, le Chiese stanno rispondendo ai bisogni dei membri vulnerabili delle nostre comunità. Attendiamo di poter contribuire con la nostra esperienza di base al dibattito che dovrebbe riguardare tutti i neozelandesi».

Craig Vernall, della chiesa battista, ha affermato che i responsabili delle chiese sperano in una risposta trasversale da tutto il Parlamento. «Come le chiese si sono assunte insieme la responsabilità di affrontare questo problema vitale, così speriamo che i politici al fine di ridurre la povertà infantile in Nuova Zelanda assumano un approccio unitario che vada al di là dei singoli partiti».

Foto via Flickr