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I testi del primo Lutero per capire la Riforma

Finalmente un libro affidabile e profondo sulla prima attività teorica e pubblicistica di Lutero. La Riforma, si dice giustamente nell’introduzione, non fu simile a un big-bang. Fu un più o meno rapido evolversi di pensieri e di eventi, che si prepararono lentamente nei corsi tenuti da Lutero all’università di Wittenberg (dove divenne professore nel 1512 e dove insegnò fino alla morte), e che, in seguito al Sermone su indulgenza e grazia, in 20 punti, in tedesco, subito diffuso nel 1518 da vari stampatori nei paesi di lingua tedesca, divenne il fenomeno storico che va sotto il nome di Riforma. Dopo le 95 tesi in latino del 31 ottobre 1517 è questo sermone a diffondere le idee di Lutero.

Il libro* riproduce i contributi del convegno internazionale tenuto a Magonza nel febbraio 2012. Gli autori sono seri specialisti. Ogni capitolo del libro esamina a due voci, una più filologica e una più tematica, gli scritti o i fatti più importanti: i primi corsi, le prime edizioni, come sono giunti gli autografi e le edizioni fino a noi, le polemiche, gli atti pubblici, la messa tedesca e gli inni composti da Lutero, prima sedimentazione della forma di innario usato nelle chiese protestanti.

Ricchissimo di particolari ogni contributo. Cito per esempio quello dedicato alla comparizione di Lutero alla Dieta di Worms nell’aprile 1521, fatto molto romanzato e tuttavia essenziale. Il libro narra per filo e per segno la storia dei manoscritti e delle stampe che ancora abbiamo, tra le quali alcune portate in Russia nel 1945 dall’Armata Rossa e restituite poi alla Germania. Non entro nei dettagli perché sarebbero troppi. Ma si dedicano due studi anche all’inno Gioite ora cari cristiani tutt’insieme, composto da Lutero (1523/1524).

Il prof. Heinz Schilling, autore della più recente biografia tedesca di Lutero, ha intitolato il suo libro: «Lutero un ribelle in un’epoca di transizione» (Umbruch: cambiamento, transizione; traduzione italiana in preparazione presso Claudiana). Con tutto il rispetto: perché chiama Lutero «ribelle»? Ribelle a chi o a che cosa? Lutero insegna, è polemico nel sostenere le sue tesi, come qualsiasi docente di questo mondo, se ne ha l’occasione o l’indole, poi qualcuno lo denuncia per le 95 Tesi e i fatti si succedono a catena. Ma perché allora definirlo «ribelle»? Un collaboratore di questo libro, Wolfgang Thönissen, sostiene invece la tesi opposta: Lutero è un teologo sensibile allo spirito di riforma all’interno dell’unica chiesa cattolica (ein reformerisch gesinnter Theologe innerhalb der einen katholischen Kirche, p. 97). Le 95 tesi hanno avuto il risultato positivo di far cessare il finanziamento della chiesa mediante le indulgenze (p. 98).

Benissimo. La discussione è aperta. Non vi fu nessuna fondazione di una nuova chiesa, nel senso che a Wittenberg si continuò a battezzare, istruire, predicare, distribuire la Santa Cena. Ma vi fu un cambiamento perché non lo si fece più come prima. La maggioranza degli autori sostiene che in sostanza la Riforma, anche se non fu un evento immediato, anche se si sviluppò poi in diverse direzioni, e in uno spettro di posizioni differenziate, inaugurò lo spirito protestante, e giustamente le parole di Lutero a Worms sono diventate bandiera di libertà di coscienza. Tutto qui? Certo che no, ma per approfondire bisogna ricominciare a studiare e il modo con cui questo libro è costruito offre veramente molti spunti indispensabili per una preparazione che in Italia non pare ancora aver raggiunto una consapevolezza soddisfacente.

* I. Dingel, H. P. Jürgens (a c. di), Meilensteine der Reformation. Schlüsseldokumente der frühen Wirksamkeit Martin Luthers, [Pietre miliari della Riforma. Documenti chiave della prima attività di Lutero], 296 pagine, 34 riproduzioni a colori, Gütersloher Verlagshaus, Gütersloh 2014, euro 19,99. 
Foto: “Bottega di cranach, ritratto postumo di martin lutero, post 1546” by Workshop of Lucas Cranach the Elder – Own work sailko. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.