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Arc en ciel, il Caffè Alzheimeir di Pinerolo

I Caffè Alzheimer, nati in Olanda nel 1997 a Leida, da un progetto dello Psicogeriatra olandese Bere Miesen, che ha pensato a uno spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati ed i loro familiari, sono un luogo accogliente, in cui trascorrere qualche ora insieme, socializzare, e parlare dei propri problemi, con la presenza di operatori esperti. Oggi questi Caffè sono stati anche «importati» in Italia: «Abbiamo seguito l’esempio, funzionante da tempo all’interno della Csd, del Libero Caffè Alzheimer di Firenze, nato nel 2011 – spiega Stefano Bosio, responsabile Servizio domiciliare della Csd – e abbiamo pensato di riproporlo anche sul nostro territorio. Al Rifugio Re Carlo Alberto abbiamo un Centro Diurno dedicato alla demenza ma questo risultava già troppo strutturato per le persone al primo stadio della demenza e quindi valutando bene le necessità abbiamo puntato su Pinerolo, sul Caffè». La Diaconia ha quindi iniziato a tessere una rete di contatti con strutture ed enti e nel settembre 2013, poco più di un anno fa, è nato il Caffè Alzheimer a Pinerolo.

«Abbiamo trovato molta disponibilità da parte dei locali di Pinerolo di fronte alle nostre richieste e anche il Comune stesso ci ha dato il suo sostegno. È stato individuato un locale, la pizzeria Sottosopra in piazza Sisto Faira 13, che si rivelasse centrale per tutto il territorio. Un lunedì al mese, quando il locale è normalmente chiuso al pubblico, dalle 14,30 alle 17,30 apre il Arc en Ciel Cafè – Caffè Alzheimer. Dopo un primo momento conviviale, dove effettivamente le persone affette da demenza e i loro parenti possono bere un caffè, ci si divide in due gruppi, uno con i parenti, i care givers, e l’altro con gli utenti veri e propri del servizio. Il progetto è stato finanziato dall’Otto per mille e da un bando della compagnia di San Paolo». Il servizio vuole essere molto soft, l’ottica proposta è quella di un’organizzazione non senza strutture rigide, perché la persona affetta da demenza non deve sentire il peso dell’attività, deve essere un momento diverso rispetto a quello che è il Centro Diurno o la struttura residenziale stessa. «I parenti vengono seguiti da una psicologa ed esperti dei vari ambiti – per questo aspetto ci aiuta anche la Bottega del Possibile di Torre Pellice – mentre gli ospiti del Caffè svolgono alcune attività in linea con ciò che si potrebbe fare in un Centro Diurno. Abbiamo la possibilità di seguire le persone da vicino, qualora sia necessario, grazie all’intervento dell’Associazione Anapaca di Pinerolo, che ha formato delle persone in questo ambito».

Parliamo di numeri. «Al momento siamo sui 7 nuclei famigliari, che è il numero migliore per lavorare bene. Dovessero aumentare saremmo costretti a sdoppiare l’appuntamento. due persone dopo alcuni mesi sono entrate nel nostro Centro Diurno del Rifugio, segno che l’opera di giunzione fra struttura e territorio attraverso il Caffè sta funzionando». Rimane però da lavorare molto sulla consapevolizzazione delle persone a questa realtà, le demenze. «Si – conclude Bosio – bisogna “abituare” le persone a rapportarsi con questo tipo di malattia, che è poco conosciuta e per questo sta per partire un progetto di sensibilizzazione nelle scuole secondarie, al Buniva di Pinerolo, per informare e far comprendere cosa siano le demenze. Una volta che sarà passato questo messaggio siamo sicuri che la vita stessa dei malati e delle loro famiglie non potrà che migliorare». L’accesso è libero, è sufficiente presentarsi al Caffè ogni ultimo lunedì del mese.