800px-2013-02-16_-_wien_-_demo_gleiche_rechte_fur_alle_refugee-solidaritatsdemo_-_refugees_are_human_beings

Accoglienza: segno di civiltà oltre che dovere morale

Presentate a Torre Pellice lo scorso venerdì 28 novembre le azioni messe in campo nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione. Una serata informativa che ha coinvolto il Comune e il suo assessorato all’integrazione, la Diaconia valdese con il Progetto di accoglienza di Rifugiati e Richiedenti Asilo e lo Sprar, il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati che il Ministero dell’Interno affida agli enti locali.

Quella di venerdì è stata la serata finale di un ciclo di eventi dedicati alle migrazioni forzate pensato dalla Diaconia valdese in collaborazione col Comune, dal titolo “Altrove, qui” con proiezioni di documentari legati alle migrazioni.

La serata di venerdì ha visto la presenza dell’assessora regionale all’Integrazione e all’Immigrazione Monica Cerutti, l’assessora all’Integrazione del Comune di Torre Pellice Maurizia Allisio, Massimo Gnone e Debora Boaglio del servizio Sprar della Diaconia valdese, Bertin ‘Nzonza, presidente dell’associazione Mosaico di Torino e il Centro Frantz Fanon, servizio di supporto psicosociale per rifugiati e vittime di tortura

Nel 2014 in val Pellice è stato avviato un progetto del Comune di Torre Pellice di accoglienza integrata di richiedenti asilo e rifugiati nell’ambito del Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

«Tutto è cambiato con la legge Martelli del ’90 che ha regolato l’accoglienza ai rifugiati e ai richiedenti Asilo e l’ha allargata a tutti, non solo a quelli provenienti dall’Est Europa com’era prima» ha dichiarato Bertin N’nzonza. «Il problema ora è il rischio che si creino richiedenti asilo di serie A, quelli seguiti da associazioni, e richiedenti di serie B non seguiti da nessuna associazione e abbandonati a loro stessi che rischiano di aspettare oltre un anno che la loro domanda d’asilo venga accolta».

«Ci sono 212 extracomunitari residenti a Torre Pellice, – spiega l’assessora Maurizia Allisio – 102 maschi e 110 femmine. Le provenienze più frequenti sono quelle dal Marocco e dell’Albania. Nello statuto del Comune di Torre Pellice è previsto il consigliere straniero, senza diritto di voto ma con diritto di parola, che tra Dicembre e Gennaio la prossima Consulta degli stranieri voterà»

La Diaconia valdese con Torre Pellice ospita 21 uomini tra rifugiati e richiedenti asilo dal Gambia, Nigeria e Mali soprattutto nelle strutture di Villa Olanda e di via Angrogna (ex Convitto). «L’inserimento lavorativo è il fulcro della buona riuscita del progetto d’accoglienza – dice Debora Boaglio, operatrice del progetto Sprar della Diaconia valdese – le difficoltà linguistiche e la scarsa domanda di lavoro sono degli ostacoli che richiedono un grande sforzo sia da parte dei beneficiari sia da parte della comunità d’accoglienza, a maggior ragione se si considera che per legge durante i primi sei mesi di permanenza in Italia, a partire dal loro primo permesso di soggiorno, i richiedenti asilo non possono lavorare. Però nel frattempo noi li prepariamo con corsi d’italiano specifici e diamo loro assistenza sanitaria e legale».

Foto: “2013-02-16 – Wien – Demo Gleiche Rechte für alle (Refugee-Solidaritätsdemo) – Refugees are human beings” by HaeferlOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.