divorzio

Accadde oggi, 1 dicembre

Oggi è la mia giornata, entro in vigore anche in Italia, fra gli ultimi Paesi europei ad adottarmi, ma si sa che qui certi temi hanno sempre trovato e trovano tutt’oggi più ostacoli che altrove nel loro percorso. Si, sono il divorzio. Desiderato, osteggiato, atteso, rinviato, votato dal parlamento e rivotato dalla gente. Insomma mi hanno fatto sudare sette camicie, ma ora eccomi. Se ne parlava da tempo ovviamente anche a queste latitudini, segnale di civiltà per porre rimedio a unioni infelici o non fortunate. Vengo in soccorso di tutti, con le motivazioni più disparate. Un divorzio è sempre un fallimento, di un progetto, di un’idea di vita. Ma perché a tanti contratti sbagliati o passi errati è possibile porre rimedio, mentre ad un’ unione fra un uomo ed una donna no? Entro nelle case e nei dibattiti delle persone con la forza di un tornado, smuovo coscienze, obbligo a dibattiti e a guardarsi tutti allo specchio. Devo molto a Loris Fortuna e Antonio Baslini che danno nome alla mia legge, ma in realtà devo molto soprattutto alle donne e a qualche uomo di questa nazione, che mi hanno fortemente voluto prima e difeso poi da tentazioni referendarie, quale baluardo dell’affermazione dei diritti individuali sopra ogni altra entità. Pensateci, fino a meno di 50 anni fa non esistevo, e le famiglie diventavano i luoghi più bui quando qualcosa si rompeva, mentre si tentava con una patina di colore scadente di salvare le apparenze. Ho dato coraggio a molti, a molte soprattutto, di spezzare queste catene che di cristiano avevano poco. Troppi orrori continuano a perpetuarsi fra le mura che dovrebbero essere le più sicure. Ma qui non posso farci nulla io, qui servirebbe una rivoluzione culturale che l’uomo non sa affrontare.