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Googlare per credere

La premessa è d’obbligo: questo è un articolo che non pretende di essere completo. Quando si passa al rastrello il web, qualche foglia rimane inevitabilmente sul prato e quindi è difficile poter essere esaustivi. Però è certamente possibile tracciare una mappa provvisoria della presenza online dei valdesi della Valli, cui ogni integrazione sarà benaccetta. Ogni tanto infatti fare il punto della situazione consente di riordinare le idee anche in nell’ottica di un futuro possibile consolidamento.

Quantomeno è possibile provarci; un modo per potersi orientare nel vasto mondo del web.

Partiamo dai siti. Online fanno sentire la loro presenza istituzionale le chiese valdesi di Pinerolo, Luserna San Giovanni e Torre Pellice con informazioni, notizie ed appuntamenti. Ma è sui social networks che assistiamo ad un interessante ramificarsi della presenza delle chiese.

Cominciando dagli organismi distrettuali è interessante notare il profilo Facebook della Ced del I Distretto e quello dell’Animazione giovanile distrettuale. Anche le chiese sono presenti e segnaliamo i profili o le pagine delle chiese di Prali, San Germano, Pinerolo, mentre su Google+ troviamo la chiesa valdese di Villar Perosa.

Guardando oltre alle chiese troviamo la Fondazione Centro culturale Valdese, con il suo sito, la pagina Facebook e il profilo Twitter, così come Agape, oltre al sito è presente su Facebook e Twitter. Segnaliamo – per altro – anche il sito del Comitato per i Luoghi Storici valdesi e quello Le strade dei valdesi. Da segnalare anche il blog del Coordinamento Attività Scoutistiche Distrettuali e il sito di Radio Beckwith evangelica.

In casa Diaconia valdese, oltre ai siti web delle varie strutture (tra cui segnaliamo quello dell’Asilo Valdese per persone Anziane di Luserna San Giovanni e quello della Cascina sociale Carlo Alberto) troviamo su Facebook il servizio Giovani e Territorio.

Insomma, rispetto a qualche anno fa la presenza online dei valdesi delle Valli cresce, anche se in ordine sparso. Segno che probabilmente comincia a farsi strada anche qui l’idea che lasciare la comunicazione di sé ad altri non è (mai) buona.