img_1916

Chiese digitali?

 «La comunicazione del Vangelo nell’Europa di oggi» era il tema dell’incontro annuale del Comitato congiunto della Conferenza delle chiese europee (Kek) e del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee), che si è svolto dal 17 al 19 novembre a Hannover su invito della Chiesa evangelica in Germania (Ekd).

Il Comitato congiunto, che si riunisce annualmente sin dal 1972, sovrintende alla collaborazione tra i due organismi: la Kek, che riunisce 114 chiese protestanti, anglicane, ortodosse e vecchio cattoliche del continente, e il Ccee che include le 33 conferenze episcopali cattoliche. Si tratta dunque di un luogo strategico per la collaborazione ecumenica fra le chiese europee. L’incontro è stato presieduto dal presidente della Kek, il vescovo anglicano Christopher Hill, e dal vicepresidente del Ccee, card. Angelo Bagnasco.

Il tema dell’incontro è stato sviluppato a partire da tre relazioni principali: la prima, sulla comunicazione nell’Europa di oggi, è stata svolta da Irmgard Schwaetzer, presidente del Sinodo dell’Ekd e già ministra federale della Germania; la seconda, sulla comunicazione cristiana e il «marketing» della fede cristiana, a cura del pastore Klass van der Kamp, segretario generale del Consiglio delle chiese olandesi; l’ultima sulla comunicazione cristiana e la costruzione della comunione, a cura dell’arcivescovo cattolico di Vilnius, Gintaras Grusas.

Al termine dell’incontro i partecipanti hanno approvato un messaggio che si apre con un ricordo dei cento anni dalla prima guerra mondiale e dei 25 anni dalla caduta del muro di Berlino: «Nel 2014, l’Europa e le Chiese al suo interno si trovano in una posizione unica per riflettere su una storia che è composta di episodi di divisione e di riconciliazione, di disordine e di guarigione. Insieme guardiamo al 100° anniversario dell’inizio della prima guerra mondiale e al 25° anniversario della caduta del muro di Berlino. Nell’ombra lunga di questi tempi di divisione, ci viene ricordata la capacità umana di distruggere, di uccidere, di allontanarsi da ciò che è bello e buono. Oggi, mentre ci riuniamo a Hannover, noi cristiani di diverse tradizioni confessionali e culturali d’Europa ci impegniamo nuovamente a vivere storie di speranza e di riconciliazione. Guardiamo a questi momenti nel nostro passato condiviso in modo da poter meglio portare il regno della giustizia e della misericordia di Dio oggi. In questo tempo del già-ma-non-ancora, la Conferenza delle chiese europee (Kek) e il Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) testimoniano la necessità dello spirito conciliatore di Dio in un mondo diviso. In un mondo caratterizzato da tanti conflitti, offriamo le divisioni dell’umanità a Dio attraverso la croce di Cristo. Particolare interesse in questo momento suscitano l’Ucraina e il Medio Oriente».

Dopo aver riaffermato l’impegno delle chiese a «cercare la pace e perseguirla», specialmente in Ucraina e in Medio Oriente, il messaggio si conclude sottolineando alcuni aspetti della comunicazione cristiana nell’Europa di oggi: «Essere nel mondo digitale non è un’opzione, ma una realtà, ed è il contesto della missione della Chiesa»; Gesù Cristo «è l’esempio di tutta la nostra comunicazione, anche quando ci addentriamo in un terreno sconosciuto e inesplorato. Egli è il nostro salvatore e la nostra guida, e ci ricorda che gli esseri umani sono molto di più della somma delle nostre impronte digitali». L’evoluzione delle tecnologie «pone delle sfide alla Chiesa e alla sua testimonianza nel mondo. Molti sono preoccupati per l’uso improprio e banale delle tecnologie digitali e di Internet. Ci sono serie sfide antropologiche, spirituali, teologiche ed etiche che devono essere affrontate dalla Chiesa perché l’umanità possa rifiorire». Infine, «l’educazione all’uso generatore di vita e liberatorio di queste tecnologie costituisce una priorità per la Chiesa. Si tratta di un’enorme opportunità di creare e alimentare la comunità ed essere testimoni della vita in Cristo».

Il prossimo incontro del Comitato congiunto si svolgerà a Roma nel 2015.

Foto Erin Green/Kek