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Streghe, stregoni e professoroni

Tra tutti gli esseri viventi, l’umano è forse quello che più ama rischiare la propria vita. Sembra quasi che inibisca l’istinto di sopravvivenza in nome di altro, sia la conoscenza o anche semplicemente la bellezza. Abita quasi tutti i luoghi più pericolosi della terra, che sia a causa dell’uomo stesso (criminalità, conflitti, ingiustizie) o della natura.

In California, per esempio, attendono il terremoto “Big One”. Ma è un’attesa “da stadio”: l’area è popolatissima, nonostante il pericolo. In Italia circa tre milioni di persone vivono nell’area del Vesuvio e dei Campi Flegrei, dove sappiamo che prima o poi ci sarà un’eruzione esplosiva imponente.
Le zone sismiche sono quelle dove la terra dà i frutti migliori e dove c’è maggior presenza di acqua potabile. Il rischio è calcolato, ma non sempre consapevolmente. Quando succede il disastro, si dimentica spesso che si conosceva la pericolosità del luogo e si cercano dei colpevoli e a volte scatta la caccia alle streghe.
Una volta le donne che vivevano senza la protezione erano viste con diffidenza e quando le cose andavano male — epidemie, guerre, disastri naturali — diventavano il capro espiatorio. Oggi streghe e stregoni sono gli scienziati, i “professoroni”, gente di cui diffidare, gente che non amerebbe l’umanità, ma che segue i propri oscuri fini in altrettanto oscuri laboratori.
Questa settimana, spero si sia conclusa la caccia agli stregoni geologi e vulcanologi, che non avevano previsto il terremoto dell’Aquila del 2009. L’accusa non era proprio questa: in quanto scienziati non era richiesto loro di fare altro, ma in quanto funzionari pubblici sì — sostiene il pm. Fosse passata questa linea, nessuno scienziato sarebbe più entrato in commissioni pubbliche del genere.
Sui social network sono state fatte indebiti paragoni col caso di Stefano Cucchi, gridando allo “Stato che si autoassolve”. Insomma, gli scienziati avrebbero dovuto pagare, secondo molti sulla rete.
Una volta il geologo Mario Tozzi disse che non sono i terremoti ad uccidere le persone, ma soprattutto gli edifici che cadono loro addosso. I giustizieri della rete sorvolano sul fatto che un terremoto, come quello dell’Aquila, sotto i 6 gradi Richter non può fare i danni che ha fatto. Non oggi, non con le nostre conoscenze. Il palazzo medievale che crolla è nelle cose, mentre la recente casa dello studente non sarebbe mai dovuta distruggersi. Quello studentato, come altri edifici recenti, sono stati costruiti ignorando il pericolo sismico, ignorando la scienza e la legge. Chissà se qualcuno pagherà mai per i palazzi costruiti male in Italia.
Ma vuoi mettere il fascino di sbattere in galera un professorone? Vuoi mettere il fascino del rogo di una strega? Perché accontentarsi di colpevolizzare la banale e umana avidità?