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Sfogliando i giornali del 14 novembre

01 – Donne saudite, il gap di genere preoccupa il re

Il denaro intestato alle donne sui conti correnti delle banche commerciali dell’Arabia Saudita, informa Gulf News, ammonta all’equivalente di 100 miliardi di dollari. Si tratta di appena il 7,3 per cento del valore complessivo dei fondi del regno wahabita. I dati fanno capire quanto la partecipazione economica e lavorativa delle donne sia ancora molto scarsa. Soltanto il 5,1 per cento di loro è attiva sul mercato del lavoro, a fronte di un «peso» sulla popolazione del 49,6 per cento. A rafforzare l’immagine di una debolezza economica di genere c’è anche il dato sugli investimenti: solo il 6 per cento è gestito da donne. Per il re Abdallah si tratta di un dato preoccupante, che ha portato alla decisione da parte del governo di costituire forum femminili per promuovere un maggior accesso a lavoro, investimenti e risparmi delle cittadine dell’Arabia Saudita. Nonostante il wahabismo, la dottrina alla base della monarchia del Golfo, consideri la donna come poco significativa nella società, il governo saudita ha annunciato che nei prossimi mesi verranno eliminati alcuni divieti, come quello che impedisce alle donne di guidare.

02 – In 25 città “sciopero sociale” contro il Jobs act. In piazza studenti, Cobas e precari

Sono oltre venti i cortei organizzati in tutti Italia per lo «sciopero sociale», una mobilitazione promossa da varie realtà, tra cui Fiom, Cobas e sindacati autonomi, studenti e precari, attivisti per i diritti civili e per la difesa delle istituzioni culturali. Tra questi spicca la manifestazione di Milano, organizzata da Fiom-Cgil, che per oggi ha indetto uno sciopero generale dei metalmeccanici in tutto il Centro–Nord contro il Jobs act e la legge di stabilità. A Roma si tengono invece cinque cortei: in particolare uno di questi ha occupato l’atrio dell’Acea, l’azienda comunale che si occupa di acqua e energia elettrica, per protestare contro le privatizzazioni e i distacchi. «Vestiti come tanti Super Mario – racconta la Repubblica – caschetto rosso e chiavi inglesi, alcuni manifestanti sono entrati nell’atrio nella sede della municipalizzata al grido di “acqua bene comune”». A Torino le proteste riguardano principalmente i costi dell’università e i tagli agli enti per il diritto allo studio.

03 – Obama annuncerà a breve i nuovi provvedimenti sull’immigrazione e la cittadinanza

Dopo il disastro elettorale del voto di metà mandato, il presidente degli Stati Uniti Obama sta cercando di accelerare le proprie politiche su diversi piani: dopo l’accordo sul clima con la Cina per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, entro il 21 novembre annuncerà la nuova legge sull’immigrazione. Tra i dieci punti che verranno enunciati ci saranno sicuramente il rafforzamento dei controlli sui confini nazionali e la sospensione delle deportazioni di migranti irregolari, ma soprattutto si attende il grande piano di regolarizzazione dello status di diversi milioni di immigrati clandestini, una misura che incontrerà sicuramente la dura opposizione della maggioranza repubblicana al Congresso. Obama proporrà un’amnistia rivolta a 4,5 milioni di persone che vivono attualmente in territorio americano senza un regolare permesso di soggiorno, ma che hanno figli nati negli Stati Uniti. Secondo Frontline, trasmissione politica del canale pubblico statunitense Pbs, non si tratta di nulla di nuovo. «Sin dal 1956 ogni presidente ha garantito qualche forma di alleggerimento temporaneo sulla posizione dei migranti. Tra il 1987 e il 1988 il presidente Reagan aveva firmato una legge che offriva un percorso di cittadinanza per circa 3 milioni di clandestini già presenti negli Stati Uniti, e la sua amministrazione aveva già vietato l’espulsione dei ragazzi sotto i 18 anni».

04 – A Tor Sapienza evacuato il centro di accoglienza

Per la terza notte consecutiva ci sono state proteste a Tor Sapienza, nella periferia est di Roma a ridosso del Grande Raccordo Anulare, davanti al centro di accoglienza per rifugiati politici di viale Giorgio Morandi. Nel frattempo la vicenda dei 36 minorenni trasferiti ieri dal centro «per motivi di sicurezza» è diventata più complessa: 14 di loro, infatti, questa mattina hanno provato a rientrare nel centro. «La nostra casa è questa» hanno dichiarato. «Vogliamo tornare qui e riprendere a frequentare i nostri corsi». Il tentativo è però stato inutile, e dopo poche ore, i migranti sono stati portati via ancora una volta. La procura di Roma ha intanto aperto un’inchiesta sui disordini per individuare i responsabili e capire soprattutto se gli scontri siano nati spontaneamente dai residenti del quartiere o se ci sia dietro qualche tipo di organizzazione. Gli investigatori stanno raccogliendo e visionando i video girati dalle televisioni e quelli delle telecamere a circuito chiuso.

05 – Shell ammette: nel delta del Niger i danni sono stati più gravi di quanto dichiarato

La multinazionale del petrolio Royal Dutch Shell ha ammesso ieri di aver sottostimato i danni causati dai disastri petroliferi all’ambiente e all’economia delle comunità del Delta del Niger, fondata sulla pesca e sull’agricoltura. Finora Shell, che ha comunque evitato di fornire nuovi dati sulla quantità di greggio fuoriuscita dai suoi impianti, aveva sostenuto che tra il 2008 e il 2009 nei corsi d’acqua si era riversato l’equivalente di poco più di 4.000 barili di petrolio. I rappresentanti legali dei pescatori, che hanno sporto denuncia contro la multinazionale, hanno invece sempre parlato dell’equivalente di 500.000 o 600.000 barili. Il processo contro Shell potrebbe aprirsi il prossimo anno a Londra, mentre in Nigeria proseguono i negoziati per il risarcimento dei pescatori.

Foto via Flickr