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Diritti degli immigrati irregolari: il Consiglio d’Europa dà ragione alla Kek

Il Comitato europeo dei diritti sociali ha adottato una conclusione in favore della Conferenza delle chiese europee (Kek) nel suo ricorso presentato nel 2013, in cui si denunciava il fatto che l’Olanda non garantisce il diritto degli immigrati irregolari a ricevere cibo, vestiario e alloggio, come previsto dalla Carta sociale europea.

Il Comitato europeo dei diritti umani è un organismo del Consiglio d’Europa, che ha il compito di verificare la conformità del diritto e della prassi degli Stati firmatari con la Carta sociale europea, adottata nel 1961 e rivista nel 1996 (ricordiamo che la città di Torino ha ospitato il 17-18 ottobre un vertice sulla Carta sociale europea, promosso dal Consiglio d’Europa e dal Governo italiano per riaffermare l’importanza dei diritti sociali in un tempo di crisi).

Mentre l’Olanda aveva chiesto di non tenere conto del ricorso presentato dalla Kek, in quanto gli immigrati irregolari non rientrerebbero nel campo di applicazione della Carta, il Comitato dei diritti sociali , con una conclusione pubblicata il 10 novembre, ha affermato all’unanimità che l’Olanda viola gli articoli 13 comma 4 e 31 comma 2 della Carta sociale europea, che garantiscono rispettivamente il diritto all’assistenza sociale e medica e all’alloggio.

Il Segretario generale della Kek, pastore Guy Liagre, ha accolto con soddisfazione la conclusione del Comitato europeo dei diritti sociali: «Ci rallegriamo per il risultato preliminare di questo ricorso e per ciò che esso significa per le persone emarginate. La Kek spera che questa decisione contribuirà al benessere di coloro la cui richiesta di asilo è stata rifiutata e degli immigrati irregolari in Olanda e oltre».

La conclusione del Comitato europeo dei diritti umani è stata trasmessa al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che dovrebbe adottare una risoluzione in merito all’inizio del 2015.

Foto: “2007 07 16 parlament europejski bruksela 42” di Alina Zienowicz Ala zOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.