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A Scicli il centro di Mediterranean Hope risponde alle contestazioni

Dopo le proteste e la raccolta di firme di Forza Nuova e di alcuni commercianti contrari all’accoglienza di rifugiati nella città di Scicli, la chiesa metodista e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia hanno organizzato un incontro con la popolazione dal titolo «Il pregiudizio è un cattivo consigliere» per raccontare il progetto e il suo significato, confidando di incontrare i cittadini contrari in modo da avviare un confronto costruttivo.

Saranno presenti Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e Alessandra Trotta, presidente delle opere metodiste in Italia, proprio a volere significare la vicinanza delle comunità evangeliche alla chiesa e alla popolazione di Scicli. Nei giorni scorsi è stata promossa una raccolta firme contro l’apertura della struttura, e non sono mancate prese di posizione politiche avverse al progetto, mentre larga parte della cosiddetta società civile, dell’associazionismo e della Chiesa cattolica hanno espresso la propria solidarietà e il proprio apprezzamento per un’iniziativa che incarna i valori cristiani di cura del prossimo in sofferenza. L’appuntamento è fissato per le ore 21.

«La speculazione di cui ci accusano è avvenuta nei grandi centri, dove l’accoglienza può trasformarsi in un affare – dice il pastore Francesco Sciotto, della chiesa metodista della città – ma noi proponiamo altro».

L’intervista al pastore Sciotto, subito prima dell’incontro con la popolazione.

Perché un centro di accoglienza Fcei a Scicli?

«Questo è un centro di accoglienza a tutti gli effetti, è la seconda colonna del progetto Mediterranean Hope, che ha già avviato l’osservatorio sull’isola di Lampedusa. La provincia di Ragusa è la quarta per presenza di migranti sul territorio e come altre provincie è interessata dall’arrivo massiccio in prima linea dalle persone che giungono sulle coste dell’Europa. A Scicli perché c’è già una chiesa molto attiva nell’intervento sociale, nel sostegno alle persone, ed è interessante fare un esperimento di questo gemere, che possa funzionare anche grazie al volontariato e all’impegno vocazionale delle chiese e di una chiesa in particolare. La chiesa metodista di Scicli è conosciuta in città dal 1897 per il suo impegno evangelico, anche attraverso alcune azioni di carattere diaconale che sono sorte sul territorio. Attualmente opera con la sua scuola dell’infanzia, e in maniera molto attiva con i suoi operatori e volontari a sostegno dei bambini nei quartieri complicati della città. Quello di Mediterranean Hope non è solo un centro di accoglienza, ma anche un centro sociale aperto alla città, dove si potrà fare lavoro sociale e culturale di prossimità, orientamento al lavoro, partecipazione attiva e offerta di servizi alla città di Scicli».

Qual è il rapporto con la città? Sappiamo dei graffiti e della petizione contro il centro.

«La notizia dell’apertura del centro ha creato molta solidarietà alla chiesa metodista, attestati di stima e contentezza da parte della città, da parte della Chiesa cattolica che ha scritto un bellissimo documento, dall’associazionismo, e da buona parte dell’amministrazione comunale che ha capito l’importanza di questa iniziativa. C’è una parte, in particolare Forza Nuova, che ha scritto un comunicato pieno di inesattezze, di polemiche, in cui si paventava il fatto che aprissimo il centro e trasformassimo la chiesa in un centro di accoglienza per prendere i soldi del Ministero, in base alla diatriba che chi accoglie i migranti è felice perché ha dei finanziamenti. È vero che ci sono questi comportamenti, laddove non c’è una legislazione regionale sull’accoglienza ai migranti e richiedenti asilo, e che l’accoglienza si possa trasformare in un affare. Lo abbiamo visto nei grandissimi centri, anche qui in Sicilia: ma non siamo noi. Il lavoro che fanno le chiese in questo ambito, ci dice che c’è un modo sano di fare accoglienza. Questo centro è aperto con i fondi dell’Otto per mille valdese. Stiamo cercando di spiegare a chi ha raccolto le firme contro di noi, tra cui qualche commerciante locale, come stanno davvero le cose. In questo quadro ci sarà un incontro, in cui sarà presente il presidente della Fcei Massimo Aquilante, dove speriamo di incontrare coloro che sono contrari, anche se sono pochi in confronto ai 25 mila abitanti di Scicli. Questa è una fase in cui non dobbiamo farci trascinare nella polemica e nello spiegare perché facciamo questo centro. La domanda è piuttosto “perché no?”. Chi è contrario all’accoglienza, al sostegno, all’aiuto da chi scappa dalla disperazione che ci deve spiegare perché non dovremmo farlo: è giusto accogliere i migranti, persone rese fragili anche da scelte economiche fatte anche da noi, ricchi di questo pianeta, e rese ancor più fragili dalle mafie che li sfruttano».

Prossimi passi?

«Con il centro Mediterranean Hope restituirà alla città uno spazio chiuso da anni, inutilizzato e fatiscente. Stiamo facendo la formazione degli operatori anche nell’eventualità di avere dei minori. Ora aspettiamo che il ministero invii i primi ospiti. L’apertura del centro sociale al piano terra sarà il momento più importante, perché accoglieremo le richieste e le esigenze della popolazione. Invito le chiese evangeliche e non solo a partecipare inviando volontari, non solo perché è una filosofia che ci piace, ma anche perché la struttura ne avrà bisogno».

Foto: “Piazza del Municipio, Scicli” by Valentina De SantisOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.