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La bibbia, cibo dell’anima

I protestanti, si dice, sono il popolo della Bibbia, cioè quei cristiani che hanno posto al centro della propria fede e della propria vita comunitaria la lettura e lo studio delle Scritture. A questo proposito, vorrei riportare le opinioni di due ascoltatrici. La prima ci scrive da Salerno e dice: «ascolto da anni le vostre riflessioni bibliche della domenica mattina, considerandole un momento di preghiera (…) sono riconoscente a quanti insegnano a leggere e ad amare la Parola di Dio e a farne oggetto di riflessione personale e comunitaria».

«Di diverso parere è la seconda ascoltatrice che ci scrive: «Le vostre predicazioni mostrano una conoscenza biblica profonda (…) però alcune volte ho l’impressione che una fede tutta concentrata su un libro rischi di cadere nell’intellettualismo e tolga spazio a una spiritualità più calda, legata al cuore».

Da un lato, sono contento che ci sia chi vive il nostro programma come un momento di preghiera. D’altro lato, capisco le riserve della nostra seconda ascoltatrice: il pericolo dell’intellettualismo, di un modo di vivere la fede distaccato e non coinvolgente, esiste sempre. Del resto, ogni tipo di spiritualità comporta dei rischi; ognuna può generare ipocrisie e ritualismi. Ma la Bibbia è decisamente altro: è parola e testimonianza di fede, di ciò che ha smosso il cuore e determinato le decisioni di tanti uomini e donne che sono stati incontrati da Dio e dalla sua grazia. È il libro delle promesse del Signore per un’umanità in cerca di speranza. Più di tutto, è il libro nel quale possiamo udire la parola dell’evangelo che sola può far nascere e alimentare la fede.

Nel 1520, nell’opera La libertà del cristiano, il riformatore Martin Lutero si domandava: che cos’è che fa di una persona un pio e libero cristiano? Non certo il trovarsi in un luogo sacro, o digiunare, o fare pellegrinaggi. In realtà – e qui cito Lutero direttamente – «l’anima non ha nessun’altra cosa per cui viva e sia pia, libera e cristiana, se non il Santo Vangelo, la Parola di Dio, predicata da Cristo (…) Quando l’anima ha la parola di Dio non ha bisogno di nessun’altra cosa; anzi ha in essa a sufficienza cibo, pace (…) giustizia (…) e ogni bene (…) Questa parola non è altro che la predicazione di Cristo come l’evangelo la contiene».

Così la centralità della Bibbia è la centralità di Cristo. La Bibbia è al centro perché, per un cristiano, Cristo è tutto.

Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 2 novembre | Foto via