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La cappellania sportiva, una nuova forma di evangelizzazione

Lo sport come strumento di evangelizzazione: una modalità nuova, aggregante, solitamente considerata prerogativa del mondo sportivo brasiliano. Ma negli ultimi anni, soprattutto grazie alla testimonianza di celebri calciatori quali Ricardo Kaka o Nicola Le Grottaglie il tabù della commistione fra sport e spiritualità inizia ad incrinarsi.

La cappellania sportiva è un nuovo approccio evangelizzatore della Chiesa battista, una ulteriore modalità di testimonianza di fede, svolta in un contesto, quello sportivo, già di per sé partecipato, capace di veicolare valori importanti quali quello del lavoro di squadra, dell’aiuto reciproco, della capacità di accettare le sconfitte e saper gestire le vittorie.

Rodrigo Zuliani è stato un calciatore professionista, capace di giocare nella serie A del campionato brasiliano fino al 2001, nel Flamengo, una delle squadre più prestigiose del Sud America, compagno di vari giocatori che hanno vinto molto in seguito in Europa, campionato italiano compreso. Rodrigo da quasi cinque anni vive in Italia , ed ha portato nella valigia la voglia di testimoniare la parola di Dio all’interno del contesto a lui più noto, quello sportivo. «Già in Brasile mi sono avvicinato con grande partecipazione al gruppo degli“Atleti di Cristo”, il movimento composto da sportivi professionisti di tutte le discipline che decidono di utilizzare le proprie doti e la propria riconoscibilità per azioni di sensibilizzazione ed evangelizzazione.

In Italia il primo calciatore di serie A membro degli Atleti di Cristo fu Amarildo, brasiliano come me, giocatore del Cesena a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, che era solito regalare una Bibbia a tutti gli avversari e pregare a fine partita con chi aveva piacere di stare al suo fianco». «Sono stato pastore sette anni in Brasile impegnato in una missione con trecento ragazzi dai 4 ai 17 anni coinvolti in progetti sportivi di valenza sociale – continua il pastore Zuliani –Sono stato quindi inviato in Italia dal Pem, il Programa Esportivo Misionario della Chiesa battista brasiliana, e ora nella comunità battista di Cesena abbiamo iniziato un percorso simile, grazie all’entusiasmo del pastore Fabiano Nicodemo e di altri membri di chiesa come Edilberto Busto Junior, brasiliano come me. Stiamo creando varie squadre con ragazzi di diverse età: a fine partita ci riuniamo con gli avversari per testimoniare la nostra fede, e durante la settimana uniamo l’attività sportiva con lo studio biblico. Stiamo lavorando con calciatori brasiliani ed italiani di altre città per ripetere questo esperimento, che ci sta dando grandi gioie e speranze e di cui stiamo raccogliendo i primi frutti perché diversi ragazzi nuovi si stanno avvicinando al nostro gruppo, interessati da questa unione di sport e spiritualità».

Foto Pietro Romeo