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Solidarietà al nuovo centro di accoglienza di Scicli

E’ un “attacco vergognoso” quello subito dalla chiesa evangelica metodista di Scicli (Rg). Così si è espresso don Ignazio La China, vicario foraneo di Scicli, nel commentare la dura contestazione, con scritte sull’edificio e il lancio di una raccolta firme contro la prossima apertura nella cittadina siciliana del centro di accoglienza “Mediterranean Hope – Casa delle culture”, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) in collaborazione con la locale chiesa metodista. «Facendomi interprete di tutte le comunità parrocchiali e di tutte le aggregazioni ecclesiali presenti nella nostra città – ha scritto La China in un articolo apparso su Ragusatg.it – esprimo vicinanza fraterna e solidarietà alla chiesa metodista», con la certezza che il centro di accoglienza sarà «segno di un futuro di speranza, di integrazione e di arricchimento reciproco anche per la nostra comunità cittadina». Parole di vicinanza che il vicario di Scicli ha pronunciato richiamandosi non solo alla responsabilità del cristiano nell’accoglienza dello straniero, ma alla responsabilità più grande di «riconoscere nel fratello il volto stesso del suo Signore».

Don La China ha anche voluto stigmatizzare “l’uso improprio” di un’immagine religiosa, quella della Madonna delle Milizie, «come logo del movimento contro l’accoglienza degli immigrati nella nostra città». Un invito esplicito a «non strumentalizzare Dio e la fede nelle battaglie politiche di parte, ma a usare invece la ragione che spinge sempre a ricercare il bene comune nella verità e nella carità. Mi auguro che nessuno si faccia coinvolgere e strumentalizzare nell’adesione a raccolte di firme o a movimenti xenofobi e razzisti, ma che prevalga il dialogo costruttivo e il buon senso. Scicli – ha concluso don la China – ha tradizioni di accoglienza e di generosità , cristiana e civica che possono aiutare a superare questa fase di sospetto e di divisione».

«Caro don La China, a nome della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), delle operatrici e degli operatori del progetto ‘Mediterranean Hope – Casa delle Culture’ e della Chiesa evangelica metodista di Scicli desidero ringraziarla vivamente del fraterno messaggio di solidarietà che ha voluto rivolgerci». Ha risposto il pastore Massimo Aquilante, presidente della Fcei, al messaggio di solidarietà di don Ignazio La China.

«Fuori di ogni retorica – ha affermato Aquilante – sono proprio i gesti come il suo che ci restituiscono nei momenti della prova il senso della novità dirompente dell’evangelo di Gesù Cristo che ci rende uniti nella testimonianza. Le sue parole ci sono tanto più care perché in esse cogliamo di non essere soli». Aquilante ha poi voluto aggiungere: «I nostri animi in questo frangente non sono attraversati da pensieri di rivalsa, bensì dalla consapevolezza che i gesti di spregio di cui siamo stati oggetto incarnano lo spirito del tempo. Pertanto, è nostro intendimento portare fin dentro le pieghe di questa brutta e triste vicenda la parola del perdono, che chiama chiunque a un serio esame di coscienza e a una radicale conversione».

Rispetto alle contestazioni, Aquilante ha espresso la volontà della Federazione di organizzare a Scicli, nei primi giorni del mese di novembre «un incontro pubblico, in cui illustrare il progetto Mediterranean Hope e rivolgere un forte appello alle donne e agli uomini di Scicli perché vi collaborino con passione».

Ai molti messaggi di incoraggiamento e di solidarietà giunti ai responsabili del nuovo centro di accoglienza, si è aggiunto anche quello dell’onorevole Luigi Lacquaniti, valdese, socialista europeo del gruppo Libertà e Diritti, che ha affermato sulla sua pagina web «Sono convinto che questo progetto raccoglierà il favore della maggior parte della cittadinanza, poiché so che Scicli è città aperta ed accogliente.

Per parte mia, in attesa d’incontrare presto la Comunità metodista di Scicli, esprimo tutta la solidarietà alla Fcei e alla Chiesa metodista, ringraziandole dell’impegno profuso».«Siamo chiaramente preoccupati per le intimidazioni: il nostro pensiero va oltre che agli operatori del centro, anche ai fratelli e alle sorelle della chiesa metodista di Scicli, che hanno accettato di essere coinvolti in modo appassionato in questo nuovo progetto, in coerenza con quella che è la sua tradizione di un forte intreccio fra testimonianza cristiana e intervento in favore degli ultimi, che nella sua storia ha saputo più volte interpretare al meglio», ha commentato Alessandra Trotta, presidente dell’Opcemi, che in questi giorni partecipa all’Assemblea battista di Chianciano. «Speriamo che alla fine le parti migliori – e sicuramente maggioritarie – della comunità cittadina sapranno reagire a chiusure e paure. Per noi è fondamentale che questo accada, perché il progetto in sé è nato non soltanto come sistemazione per i migranti che ne hanno bisogno ma per promuovere un’integrazione che sia considerata dalla stessa comunità locale un’occasione di crescita e sviluppo come società inclusiva e solidale». «Se questi episodi – ha concluso Trotta – servono a riflettere sul senso profondo di questa iniziativa, allora il confronto diventa positivo». 

Redazione Riforma.it/Nev | Foto: “Scicli (Sicilia) 2010 039” by VeronidaeOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.