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La discussione sulle unioni civili in Senato si arena

In commissione Giustizia del Senato si sta discutendo del testo base Cirinnà sulle unioni civili, ma il Nuovo Centro Destra ha deciso di fare ostruzionismo iscrivendosi a  parlare in massa per evitare che si arrivi al voto. Nel frattempo il M5S ha accolto il voto on line dei propri elettori che hanno chiesto ai senatori di votare sì al testo. Abbiamo commentato queste notizie e il livello della discussione con Flavio Romani, presidente dell’associazione nazionale Arcigay.

Come commenta la discussione politica di queste ore?

«Prima di tutto c’è da rilevare che è ricominciata la discussione sul testo Cirinnà, ed è una cosa positiva: era ferma da luglio e sembrava che non potesse smuoversi. Sacconi mi fa sorridere quando parla di un “testo che unisca la nazione”, in realtà la nazione è unita, i cittadini e le cittadine sono d’accordo su un testo che riconosca diritti e doveri alle coppie dello stesso sesso. Lo dicono sondaggi di vari istituti, lo dice la notizia sul voto dei 5 Stelle on line, lo dice l’interessamento dei Sindaci a sulla questione delle unioni civili delle settimane scorse. Ma il dissenso di Ncd è un problema per il governo Renzi, che deve basare la maggioranza anche su questo partito super clericale e conservatore. La rappresentanza parlamentare del Movimento 5 Stelle al Senato è sempre stata molto attenta su queste tematiche, come avevamo visto anche nella discussione sul testo contro l’omofobia». 

Come si inserisce nel discorso il gesto di alcuni sindaci che hanno trascritto nei propri registri matrimoni fatti all’estero?

«Il sindaco Marino e altri sindaci d’Italia, come quelli di Bologna, Napoli, Udine, Pordenone, Reggio Emilia, Pistoia e molti altri, hanno preso atto che le coppie dello stesso sesso residenti in quelle città, costretti ad andare all’estero a sposarsi, chiedono una condizione riconosciuta in Italia: i sindaci ne prendono atto, ma la trascrizione non comporta nulla a livello giuridico. Ma questo ha provocato le ire del Ncd che grazie al Ministro Alfano ha minacciato i sindaci e intimidito la popolazione: a Udine, pochi giorni fa il prefetto ha mandato un commissario dopo che il sindaco Furio Honsell si era rifiutato per due volte di cancellare la trascrizione, e ha provveduto ad annotare la cancellazione. Una volontà esagerata di sopraffare e di trovare una via cavillosa e burocratica che ha a che fare pochissimo con la politica e con il sentimento della gente. Ci spiace che Renzi sia stato fuori dalla discussione, come se fosse d’accordo con Alfano, ma in contraddizione con tutto quello che è stato dichiarato rispetto al testo sulle unioni civili».

L’ostruzionismo burocratico è una lama a doppio taglio: così sembra che non ci siano argomenti contrari

«Ma è l’unico modo che hanno per mettere i bastoni tra le ruote alla discussione, visto che non hanno una spinta politica forte, né dalla popolazione, né dai sindaci. Questa via, arida e povera, è una via perdente: dal punto di vista politico hanno già perso, anche se cancellano le trascrizioni. L’opinione pubblica è tutta dalla parte dei diritti e sbigottita da queste prove di forza così rapide, quando  per altre emergenze reali del paese non si dispiegano gli stessi mezzi».

Crede che il testo di Cirinnà sia sufficiente?

«Noi vorremmo il matrimonio, la pari uguaglianza. Perché è la forma più moderna, più efficace, più giusta e quella con più verità. Sappiamo che non ci arriveremo con questa legislatura, ma il testo Cirinnà è il più avanzato che possiamo permetterci in questo momento, un buonissimo testo per l’Italia».

Foto: “Palazzo Madama – Roma” di Francesco Gasparetti dal Senigallia, ItalyFlickr. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.