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Tramonto su Mare Nostrum: una sconfitta per l’Italia

Mare Nostrum terminerà il primo novembre, quando il pattugliamento dei confini marittimi nel Mediterraneo sarà coordinato da Frontex nell’ambito dell’operazione Triton. Nel frattempo, dal 13 al 26 ottobre il Ministero dell’Interno italiano coordinerà l’operazione Mos maiorum, che effettuerà controlli mirati nei punti di passaggio più importanti delle frontiere esterne con lo scopo di arrestare migranti irregolari e colpire i gruppi criminali. Abbiamo commentato la notizia con Francesco Piobbichi, dell’osservatorio Mediterranean Hope.

Come commenta i titoli su Mos Maiorum?

«Innanzi tutto mi pare che l’operazione sia per certi aspetti una di quelle che l’Europa svolge a ciclo continuo. Prima di Mos Maiorum, nome che sembra voler affermare valori tradizionali contro i nuovi venuti, ci sono state altre operazioni che cercavano di effettuare un’indagine sui traffici di esseri umani e su chi gestisce questi traffici. Operazioni che si conclusero con una schedatura di massa dei migranti e una sorta di rastrellamento, cosa che, dicono le molte associazioni umanitarie impegnate per i diritti dei migranti, potrà succedere con Mos Maiorum. Non si capisce come si pensi di sconfiggere i trafficanti di esseri umani quando questi sono già arrivati: come se volessimo stroncare il traffico di cocaina prodotta in Colombia arrestando tutti i consumatori in Italia. Mi pare piuttisto che l’Europa voglia rassicurare i suoi cittadini rispetto al contenimento dell’immigrazione. Un’operazione mediatica che rivela l’ambivalenza dell’Europa: da una parte condanna l’Italia e la Grecia per come vengono trattati i migranti, e dall’altra determina Frontex Plus con una grande spesa, e che chiude alla possibilità di corridoi umanitari. Finché si continuerà a intendere l’immigrazione come un fatto di ordine pubblico, ci sarà un aumento della xenofobia».

Come leggiamo il cambiamento da Mare Nostrum a Triton?

«Come una grande sconfitta per il Governo italiano: qualche mese fa Renzi diceva «andremo a battere i pugni in Europa», ma le richieste italiane sono state tutte cassate. Non è stato riconosciuto il diritto della mutualità d’asilo (chi arriva in Italia dovrà rimanerci), Mare Nostrum cessa in malo modo con elementi non comprensibili, come il fatto che il sottosegretario Manzione dica che l’operazione continuerà. Una dialettica interna al Governo non comprensibile. Renzi non interviene più su questi aspetti e la parola resta solo ad Alfano, che dice che Mare Nostrum finirà. I soccorsi così come li abbiamo conosciuti termineranno: ciò che era concepito come un’azione di soccorso in mare e contrasto ai trafficanti, diventa il controllo delle frontiere e il respingimento delle persone che provano a varcare i confini illegalmente. Determinerà un aumento delle vittime, che è già altissimo».

Cosa è cambiato a Lampedusa dal 3 ottobre, giornata di commemorazione per le vittime?

«L’unica certezza che abbiamo è che il centro di accoglienza di Lampedusa riaprirà e, dopo le polemiche su Lorenzo Montana, verrà gestito dalle Misericordie. Torneremo a una Lampedusa di frontiera, quella prima di Mare Nostrum. Viene detto che i migranti non si fermeranno più di 48 ore nel centro, ma sappiamo anche che più tempo stanno dentro i centri, più chi gestisce il centro guadagna: quindi può essere che si passi in fretta dalle 48 ore alle settimane o ai mesi. I lampedusani ne sono preoccupati, ci sono state delle contestazioni, anche da parte degli imprenditori che vivono di turismo. Il corridoio umanitario tra Libia ed Europa veniva chiesto anche da loro: un concetto importante, un intervento pragmatico che farebbe sparire tutta questa confusione e i guadagni delle mafie e che ridurrebbe le sofferenze delle persone. Ma per fare questo occorre un ragionamento politico complessivo dell’Europa su quello che sta succedendo in Medioriente e in Africa».

Foto: “Los emigrantes” di Rafael Barradas – http://mnav.gub.uy/cms.php?a=2. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.