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Un cammino lungo da fare

L’angelo del Signore tornò una seconda volta, toccò Elia, e disse: «Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te» 1 Re 19, 7

Gli angeli non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza? Ebrei 1, 14

«Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te» è la risposta alla preghiera di Elia. La preghiera di morire, perché il profeta era solo, braccato. Non ce la faceva più. Dio risponde alla preghiera della morte, alla spugna gettata sul ring (non c’è più niente da fare… abbiamo fatto tutto il possibile, ma non è bastato…). Risponde con l’invio dell’angelo che gli porta la focaccia e l’acqua, che ordina per due volte di alzarsi e mangiare. C’è un lungo cammino ancora da fare, troppo lungo senza il cibo dell’angelo del Signore. Un lungo cammino fino al monte della rivelazione, fino al luogo in cui Dio si rivela ad Elia non in un incomprensibile e ingestibile terribilità del presente, ma in un futuro vicino, in cui Dio continuerà a parlare e la parola di Dio continuerà a trovare, anche, un ascolto obbediente.
L’esperienza di Elia è unica. Non permette di appiccicarci sopra il nostro presente, tanto meno con artifizi metaforici, poetici, esistenziali. Elia aveva vinto contro i profeti del dio della casa reale, li aveva sterminati, su di lui pendeva una condanna a morte. E soprattutto, sapeva di essere solo. Con la sua fine, la predicazione della parola del Signore sarebbe finita. È un uomo finito, senza forze. Dio risponde con un angelo, una focaccia e una brocca d’acqua e con l’ordine, ripetuto, di alzarsi e di mangiare. Privo di parole, Elia riceve una parola. Privo di energia, riceve cibo e acqua. Privo di futuro, riceve un cammino in cui gli sarà rivelata la continuazione dell’opera del Signore. È al profeta privo, privo di tutto, che Dio dà cibo, acqua e un cammino che potrà fare soltanto grazie al dono di Dio. C’è ancora un cammino troppo lungo per Elia. Ma Elia ce la può fare.