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Usseaux tra i più bei borghi d’Europa, ma pochi lo sanno

Il piccolo comune dell’alta val Chisone, Usseaux, 190 abitanti, ha ricevuto recentemente due importanti riconoscimenti. Il primo non è nuovo per il borgo alpino: si tratta della bandiera arancione, il marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. Il secondo, di più ampia portata, è la medaglia d’argento come comune tra i più belli d’Europa. La vicesindaca Lidia Sallen e l’ex assessora e promotrice del progetto Cristina Cappelletti hanno ritirato venerdì scorso a Budapest il premio.

Usseaux è stato premiato, si legge nella motivazione sul sito bandierearancioni.it, perché «si distingue per le sue borgate tipiche e armoniche e per la particolare attenzione riservata ai dettagli di arredo urbano. Il borgo offre inoltre un efficiente servizio di informazioni turistiche anche grazie a un punto informativo dedicato e accogliente e vanta una buona gestione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata».

Abbiamo chiesto al sindaco di Usseaux Andrea Ferretti quali sono state le buone pratiche che hanno portato a questi risultati: «Gran merito va alle passate amministrazioni che, grazie a un assoluto controllo del bilancio e della spesa hanno permesso di investire nelle ristrutturazione del comune e delle sue cinque borgate. Sono andati a intercettare tutti i possibili canali di finanziamento. Ora guardiamo con grande interesse alla nuova programmazione dei fondi europei, come il Fes o a fondi che permettono il recupero di terreni abbandonati per far manutenzione e recupero del paesaggio o fondi per il miglioramento energetico delle proprietà comunali o d’incentivo per ulteriore recupero o ripristino della proprietà privata».

Grazie a queste azioni negli ultimi 15 anni, Usseaux ha limitato il suo spopolamento e ha evitato che un comune a 1400 metri morisse per emorragia abitativa. Queste azioni e i successivi premi hanno generato un flusso crescente di turisti e un circolo virtuoso per l’economia locale, basata sull’artigianato, l’agricoltura, la pastorizia e ora anche sul turismo. Tuttavia su quest’ultimo aspetto si può ancora migliorare.

Quanto ha contato la cultura montana e la storia della convivenza pacifica e ecumenica tra cattolici e valdesi degli ultimi 250 anni?

«Sicuramente molto. Il valore culturale che deriva dalla storia, le battaglie che si sono succedute sull’Assietta o il passaggio dal conflitto alla convivenza tra cattolici e valdesi sono aspetti a cui teniamo molto e che ricordiamo ogni anno, come in occasione del convegno ecumenico agostano al lago del Laux. Quegli elementi legati all’agricoltura e all’artigianato, sono dei valori sui quali si può fondare oggi una comunità locale e un’economia. O meglio, con una buona amministrazione si possono incentivare percorsi virtuosi che abbiano riflessi positivi in termini socioeconomici e anche ambientali. Ci sono ancora molte filiere che si potrebbero incentivare e potrebbero ancora crescere, penso a quella del legno, non solo a Usseaux ma in tutta la val Chisone e nelle valli adiacenti, Pellice e Germanasca».

E il turismo? Come si può migliorare l’offerta?

«Tanto è stato fatto, ma ancora tanto si può fare, a partire dall’offerta. Siamo bravissimi a farci conoscere nel nostro territorio, ma al di fuori della provincia di Torino siamo ancora troppo poco conosciuti. Dovremmo creare un’offerta integrata con il resto del territorio e soprattutto comunicarci di più e meglio al di fuori del nostro “cortile”».  

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