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Traduzioni

«Vorrei sapere se il testo del Vangelo usato dalle chiese protestanti è lo stesso della Chiesa cattolica, ovvero quello approvato dalla Cei». È quello che ci chiede un’ascoltatrice. E noi, approfittando di questa domanda, mettiamo insieme altre lettere giunte in redazione riguardanti le diverse traduzioni della Bibbia. Un signore milanese, qualche tempo fa, si lamentava di «alcuni evangelici settari» che non sono disposti ad accettare la sua edizione cattolica del Nuovo Testamento. Un’ascoltatrice siciliana si chiede se le diversità tra cattolici e protestanti non dipendano dal fatto che i testi delle loro Scritture siano diversi. Insomma, in Italia sulla Bibbia c’è ancora tanta confusione.

Per fare un po’ di chiarezza, vorrei subito dire questo: la Bibbia non è né protestante, né cattolica, ma appartiene a tutti i cristiani allo stesso modo. È invece vero che ogni chiesa utilizza una propria traduzione, diversa da quella delle altre. Gli evangelici italiani, per esempio, ne stanno preparando una nuova, da far uscire per i Cinquecento anni della Riforma nel 2017. Però se le traduzioni sono diverse, la Bibbia è una sola. Le differenze tra cattolici e protestanti non dipendono dall’avere Scritture diverse, ma dal modo in cui si interpretano gli stessi testi. Per fare un esempio, i brani biblici su Maria giustificano la devozione mariana e i relativi dogmi cattolici? Secondo un protestante non li giustificano. Ma questo non dipende dall’avere traduzioni della Bibbia diverse, ma dal modo diverso di intendere e ricevere quello che leggiamo nelle Scritture.
Vorrei dire di più. Oggi la traduzione della Bibbia è un campo di collaborazione ecumenica. In Italia non solo esiste ormai da decenni una traduzione interconfessionale, cioè elaborata insieme da protestanti e cattolici, in lingua corrente dell’intera Bibbia – la cosiddetta Tilc – che proprio in questi mesi è uscita nella sua terza versione; ma oltre a ciò si sta procedendo alla traduzione ecumenica dei libri del Nuovo Testamento. La Società biblica in Italia – un’istituzione nata in ambito protestante e oggi esempio di collaborazione tra cristiani di confessioni diverse – ha già dato alle stampe i vangeli secondo Marco e Matteo, il vangelo e le lettere di Giovanni, e altri testi del Nuovo Testamento.

Pensare dunque che la Bibbia sia causa di divisione tra cristiani, sebbene ci siano episodi che possono avvalorare questa idea, è guardare la questione dal lato sbagliato. In realtà, la Bibbia, al di là delle tante differenze di tradizione e di dottrina, è il denominatore comune di tutti i cristiani, e l’unico ecumenismo possibile è quello che ci porta a leggere e meditare tutti insieme le pagine delle Scritture.