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Venezia: Loin des hommes vince il premio Interfilm

E’ Loin des hommes di David Oelhoffen il vincitore del premio Interfilm al 71° festival cinematografico di Venezia.

Il film del regista francese è tratto dal racconto L’esodo di Albert Camus. Siamo nel 1954, in Algeria, nel pieno delle ribellioni anticoloniali: il professor Daru, interpretato da Viggo Mortensen, deve scortare Mohamed, un dissidente accusato di omicidio, alla città più vicina perché venga giudicato e condannato a morte. I due non hanno nulla in comune se non il rifiuto di una guerra folle. Daru non ha intenzione di mantenere la propria consegna, così inizia un personale percorso di conoscenza, ai margini dei combattimenti, che porta i due uomini a riconsiderare la propria posizione di fronte alla guerra.

Il premio Interfilm è giunto alla quarta edizione e ha lo scopo di segnalare le opere che promuovono il dialogo intereligioso, fra quelle partecipanti al concomitante Festival del Cinema. Interfilm è un’organizzazione che raggruppa le associazioni protestanti e anglicane in Europa: il premio a Venezia è una creatura fortemente voluta nel tempo da Gianna Urizio, attuale presidente della Fdei, la Federazione donne evangeliche in Italia, che giunge al termine di un lungo cammino che nel tempo ha visto nascere anche l’associazione Roberto Sbaffi per la promozione del cinema protestante in Italia.

“Il film che abbiamo premiato racconta la parabola ascendente di un rapporto umano che supera ogni sorta di ostilità – racconta Anita Nipah, membro italiano della giuria Interfilm – La storia di due uomini che hanno un diverso background religioso e culturale, ma condividono la stessa fede e le medesime convinzioni sulla vita umana. Il regista accompagna il pubblico ad approvare il rapporto che si instaura fra i due protagonisti, che partono da contesti diversi e alla fine si ritrovano dalla stessa parte, ognuno arricchito dalla cultura dell’altra persona con cui ha condiviso il viaggio. Tra tutti i film che abbiamo visto (una quarantina in tutto) era quello che secondo noi raccontava al meglio il dialogo tra le religioni e il messaggio della condivisione tra due persone che hanno culture, ambizioni e opinioni completamente diverse. La nostra scelta non è stata troppo combattuta, ma sicuramente discussa e ben valutata: siamo contenti della scelta fatta e personalmente torno a casa con il ricordo di una bellissima esperienza e di nuove conoscenze acquisite, sia in ambito sociale che cinematografico”.