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Scuola: Dobbiamo temere la “nuova Berlinguer”?

«Il ministro dell’Istruzione Giannini è la vera erede di Luigi Berlinguer» sottolineavano alcuni titoli dopo le sue dichiarazioni al convegno del movimento cattolico Comunione e Liberazione, in cui ha prospettato una vera e propria «rivoluzione» parlando della prossima riforma scolastica. “Un pronostico che guardiamo con timore – ha detto Silvana Ronco, presidente dell’Associazione 31 Ottobre, che lavora per una scuola laica e plurale – se pensiamo a come la legge del 2000 sulle scuole paritarie ha iniziato una lenta reinterpretazione dell’articolo 33».

Come commenta la notizia?

«Sono stata colpita dal cambiamento di terminologia: non parliamo più di riforma, stanchi di un termine che non ha mai rappresentato un vero cambiamento. La Giannini ha detto che il rapporto con le paritarie deve risolversi senza pregiudizi ideologici: il dubbio che mi è venuto è che stesse parlando dell’articolo 33 della Costituzione. Una frase che spaventa quando detta da un ministro del nostro Stato e non del Vaticano. Per il secondo anno i nuovi progetti sulla scuola vengono presentati all’interno del meeting di Comunione e Liberazione, specificando che del comparto pubblico e privato se ne occuperà il vicesegretario Toccafondi, con il quale, a mio parere, rischiamo di toccare il fondo. Siamo stanchi di essere immersi in un contesto di parte, laddove vogliamo parlare di qualcosa che appartiene a tutti: innanzitutto ai bambini, alle bambine e ai loro diritti. Ma il Ministero dell’Istruzione pare rispondere a un altro stato, quello Vaticano. Si parla molto di libertà di scelta: ma perché deve andare bene solo in un senso? Siamo liberi di scegliere il privato che più ci piace?».

Si può già prevedere come si muoveranno le cose da venerdì, anche in termini di investimenti?

«Sappiamo bene che l’investimento ha un condizionamento politico. Non è detto che investire sia veramente dare una garanzia di miglioramento dell’offerta formativa, delle condizioni lavorative e delle condizioni di apprendimento. Soprattutto si teme che sia un investimento condizionato da scelte politiche e ideologiche, questa volta sì. Penso ai tagli sulle supplenze o al distacco sindacale».

stefania_giannini.jpgScuola pubblica e scuola privata: perché continua questa dicotomia?

«Quando parliamo di questo aspetto dobbiamo pensare che il privato in Italia è per la maggior parte un privato di parte, confessionale, e che con la confessione cattolica ha un trattamento di privilegio. Essendo molto dubbia la validità costituzionale dell’Articolo 33 della costituzione, io continuo a chiamarle scuole private. Ma quando parliamo delle scuole paritarie cattoliche, parliamo di finanziamenti, di soldi. Il caso piemontese della scuola di Bibiana, ad esempio, è emblematico. Parliamo di una vera e propria contrattazione: a Bibiana si mettevano dei punti chiari per dare il parere positivo ad alcune condizioni. Se gli alunni diminuiranno la scuola paritaria chiederà più soldi pubblici. Starei attenta a parlare di questioni ideologiche: quando andiamo nel privato, andiamo in questioni espressamente finanziarie».

Ci sono scuole paritarie anche di altre confessioni religiose.

«Certo, anche noi abbiamo delle scuole paritarie, ma è un po’ diverso. Per l’Unione delle chiese metodiste e valdesi, ad esempio, chiariamo bene: sono il Collegio Valdese, La Noce, Riesi. Tre strutture su tutto il territorio nazionale, con una valenza sociale importante. La loro impostazione nel sociale è illuminante: la pagella etica familiare, ad esempio, un metodo che collega il voto del bambino alla partecipazione della vita scolastica della famiglia: una situazione di avanguardia senza precedenti. E d’altra parte la lettera del parroco di Bibiana al comune in cui si parla del mancato reddito. Le esperienze buone nelle scuole private ci sono, ma è la situazione che è preoccupante. Ottimi insegnanti si trovano a dover gestire situazione faticose che fanno fare delle scelte che vanno a discapito degli studenti. Anche perché la ministra ha detto che la sua “rivoluzione” riguarderà i prossimi 30 anni».

Come si è espresso il Sinodo valdese su queste tematiche?

«Il Sinodo ha ribadito la necessità di informazione che deve essere data anche all’interno delle nostre comunità, affinché una scelta sia consapevole. C’è stato un atto preciso su questo, un impegno forte per le nostre chiese, che ci porta a colmare un vuoto che rende bene l’idea di come il nostro stato Stato non goda di buona salute. Abbiamo bisogno di trovare risorse nostre per sopperire ai silenzi del ministero, e questo non fa onore al comparto della scuola, che in un momento di crisi andrebbe valorizzato e oggetto di attenzioni da parte di un ministro del nostro stato. Le reali necessità dei bambini e delle bambine dovrebbero essere sgombre da preconcetti e ideologie».

Immagini
Liceo cavour” di Emaberto – Opera propria. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.
Stefania Giannini” di Ignoto – Presidenza della Repubblica. Con licenza Attribution tramite Wikimedia Commons.